Castelmezzano, tra Streghe, Templari ed antichi culti agrari

di Andrea Romanazzi

Questo breve approfondimento sul comune di Castelmezzano, in Lucania, vuol essere un breve viaggio tra le curiosità, le leggende, i misteri e le bellezze di questo borgo della Basilicata.

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I misteri di Montescaglioso: Dai Cucibocca all’enigmatico Monastero

di Andrea Romanazzi

L’Epifania e il suo retaggio pagano

Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio si festeggia l’antica Madre Natura, la Dea Nera, che, giunta al giro di boa annuale, si presenta come una vecchia ormai prossima alla fine, che brucia per poi rinascere da se stessa, come una fenice. La vecia, la stria, la mara, tanti sono i nomi che la collocano nei folkloristici giochi di tutta Europa. In questo contesto si inserisce il rito dei “Cucibocca“, una antica e misteriosa tradizione della quale non si conoscono le origini.

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Il Duomo di Acerenza e la Melusina Italiana

di Andrea Romanazzi

Da sempre l’uomo antico ha trovato nei simboli sessuali elementi apotropaici capaci di allontanare le forze maligne ed assicurare, ad una famiglia, ad una costruzione, ad una città, fertilità, procreazione e rinascita. Da qui l’usanza, in realtà mai scomparsa da diecimila anni ad oggi, di rappresentare queste strane “forme” sessuali sui luoghi di culto e nell’architettura comune.

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Rituali Agrari in Basilicata: Il Contemaggio e la “Verde Oliva” negli stornelli popolari

di Andrea Romanazzi

Questo approfondimento segue quelli già pubblicati legati al culto arboreo e del “Maggio” lucano. Chi è il Conte “Maggio”?

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La Tradizione del “Maggio” e le divinità vegetazionali in Basilicata

di Andrea Romanazzi

Un Elemento che permea l’intero substrato della cultura e delle tradizioni popolari d’Europa è la presenza dello spirito arboreo, espressione successiva di divinità pagane presente ancora oggi in quella cultura “subalterna” contadina e mai dimenticata. Tra le sue numerose manifestazioni questi si presenta ancora oggi tra le pieghe di un rito molto antico, la festa del Maggio, espressione popolare di una figura che, nell’evoluzione della religione, dall’Animismo al Cristianesimo, ancora resiste alle spire del tempo e alla successione delle religioni. Varie sono le ipotesi sull’origine etimologica del nome “Maggio”, per alcuni studiosi esso scaturisce da una antica dea della fecondità, Maja. In questo periodo, infatti si tenevano delle feste, chiamate Majume, durante le quali si compivano riti orgiastici e, proprio a causa del loro carattere di deboscia, proibite dall’Imperatore Costantino. Questi rituali, però, compiuti nel bacino del Mediterraneo da tempo immemore e connessi alla fertilità, non erano facili da sradicare e così con una operazione sincretica il Cristianesimo sostituì alle feste di Majume la “giornata delle rose”.

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Le Masciare Lucane e i ponti del Diavolo

di Andrea Romanazzi

Questo articolo vuole fare una breve panoramica sulle tradizioni stregonesche lucane. Dalle regione non ci sono tramandati moltissimi processi di stregoneria, come già detto precedentemente queste figure erano un vero e proprio tassello dell’intricato tessuto sociale regionale e spesso unica speranza per il popolo.

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Le Donni di Fuora e la stregoneria Siciliana

di Alessia Giuliana

Le Donni di fuora, dette pure Donni di locu, Dunnuzzi di locu (Sambuca), Donni di notti (Galtanissetta, Francofonte), Donni di casa (Nicosia), Donni, Dunzeui, Signurij Belli Signuri, Patruni di casa (Contea di Modica), Patrimi d’u locu, Diu Vaccrisci, sono considerate in Sicilia esseri soprannaturali, un po’ streghe, un po’ fate, senza potersi discernere in che veramente differiscano dalle une e dalle altre.

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Culti Agrari e Rituali di Fertilità Analisi comparata di alcune tradizioni popolari friulane e del folklore lucano

di Andrea Romanazzi

In molte tradizioni contadine italiane, seppur geograficamente lontane tra loro, troviamo alcuni temi comuni che sembrerebbero legare indissolubilmente il mondo agrario ad antiche tradizioni pagane. La continua associazione tra microcosmo contadino e il tema della morte sembrerebbe sottolineare una stretta unione tra questi due aspetti, basti pensare ai rituali legati al pianto funebre e al cordoglio nelle tradizioni agricole. Importante particolare è poi la fase oniroide dei rituali che è sempre presente nella cultura subalterna contadina. Potrebbe essere questa la chiave esplicativa della tradizione successiva dei Benandanti friulani che dovevano assicurare la “morte” delle streghe per assicurare la rinascita dei campi, o della fascinazione lucana.

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Sant’Antonio Abate e il nume sacro: antichi rituali pagani nelle tradizioni popolari del Sud Italia

Come i rami e le gemme crescono e sbocciano su ruvidi e secolari tronchi, così spesso capita che aspetti di una nuova religione attecchiscano su  vetusti legni di passate credenze, assorbendone usi e tradizioni. Nel Cristianesimo, religione fortemente intrisa di elementi pagani, pur nel suo opporsi a tali pratiche, tale consuetudine è fortemente presente. Esempio potrebbe essere Sant’Antonio, l’abate anacoreta su cui si sono accumulate e stratificate antiche credenze e remoti rituali in questo modo poi assorbiti dalla mistica figura attraverso un’operazione di sincretismo religioso. Miste ad immagini fortemente cristiane, però, ecco che e feste stagionali rimangono ancora oggi il più evidente ricordo dell’ancestrale culto pagano delle campagne.
Non c’è un santo più fortemente radicato nella tradizione popolare e tra le genti contadine come il Santo Anacoreta. La festività del santo si svolge normalmente in occasione della data della sua morte tra il 16 e il 17 Gennaio, e presenta, in tutti i luoghi, elementi comuni come i falò, le tradizioni alimentari, la benedizioni degli animali e l’uccisione del porco rituale.

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