Orsara di Puglia: Dalla processione dei morti a “dolcetto o scherzetto”

di Andrea Romanazzi

Dal XI secolo moltissimi sono i racconti popolari e i testi letterari che parlano dell’apparizione di una strana processione di defunti. Lungo le buie vie che conducevano le contadine del sud nei campi da lavoro, capitava loro spesso di vedere una chiesa aperta e illuminata e all’interno anime dannate che allontanano subito le viandante o le comunicano un messaggio per il mondo dei vivi.

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Antico Almanacco: 29-30-31 – Il periodo oracolare dalla merla

di Andrea Romanazzi

Quella di prevedere il tempo una volta era una necessità: l’economia si basava quasi esclusivamente sull’agricoltura e questa, per forza di cose, era soggetta ai capricci meteorologici.  Il mese di Gennaio, come primo mese dell’Anno era caratterizzato da una caratteristica meteo-oracolare. La tradizione vuole che i giorni 29-30-31 vengano ricordati come i “giorni o dì della Merla“, ad indicare uno tra i periodi più freddi dell’inverno. Essi formano una sorta di unione tra la ritualistica tra le feste del fuoco e degli animali legate a sant’Antonio e la Candelora. Ma da dove trae origine questa credenza?

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La Befana e le Tradizioni Occulte

di Marco Angelo Fasciana

Tutti conosciamo il significato che la religione cristiana ha dato alla festività dell’Epifania ma forse non tutti sanno che dietro c’è una serie di tradizioni antiche che sono riuscite a sfidare i millenni ed a giungere fino a noi. La figura della Befana ha origini antiche, non è solo una vecchietta che cavalca una scopa e riempie le calze di dolciumi nella notte dell’Epifania.

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Una Favola della Buonanotte: La Storia del Gatto della Befana

(Ignoto)
Un tempo i gatti erano tutti tigrati, solo uno era di colore nero: era quello della Befana e la accompagnava nei suoi lunghi viaggi; a cavallo della scopa vedeva luoghi meravigliosi, ma sempre dall’alto. Il micio ogni tanto si chiedeva come era la vita degli umani: quando il periodo dell’Epifania si concludeva, lui infatti viveva una specie di letargo e dormiva con la strega tutto l’anno in attesa del 6 gennaio.

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Sant’Antonio Abate e il nume sacro: antichi rituali pagani nelle tradizioni popolari del Sud Italia

Come i rami e le gemme crescono e sbocciano su ruvidi e secolari tronchi, così spesso capita che aspetti di una nuova religione attecchiscano su  vetusti legni di passate credenze, assorbendone usi e tradizioni. Nel Cristianesimo, religione fortemente intrisa di elementi pagani, pur nel suo opporsi a tali pratiche, tale consuetudine è fortemente presente. Esempio potrebbe essere Sant’Antonio, l’abate anacoreta su cui si sono accumulate e stratificate antiche credenze e remoti rituali in questo modo poi assorbiti dalla mistica figura attraverso un’operazione di sincretismo religioso. Miste ad immagini fortemente cristiane, però, ecco che e feste stagionali rimangono ancora oggi il più evidente ricordo dell’ancestrale culto pagano delle campagne.
Non c’è un santo più fortemente radicato nella tradizione popolare e tra le genti contadine come il Santo Anacoreta. La festività del santo si svolge normalmente in occasione della data della sua morte tra il 16 e il 17 Gennaio, e presenta, in tutti i luoghi, elementi comuni come i falò, le tradizioni alimentari, la benedizioni degli animali e l’uccisione del porco rituale.

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I racconti dell’Epifania: Befanì e la “Capa” del Turco

di Andrea Romanazzi

Abbiamo già raccontato come la città di Bari fu, per molti anni, sede di un emirato arabo  Con la caduta, però, del regno mussulmano non terminarono le scorrerie saracene, come testimoniano alcune leggende tutte baresi. Visto anche il periodo, prossimo al Natale e all’Epifania, mettetevi comodi, vi racconteremo una “storia del caminetto”, quella di di Morte Befanì.

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Il Mito dei Re Magi tra Storia e Leggenda

di Andrea Romanazzi

La storia dei re Maghi e’ un racconto che nasce molto lontano , in terre esotiche e ricche di antiche tradizioni, narra di  stelle annunciatrici di una miracolosa nascita e di tre mitici sovrani che si misero in cammino per venerare il nuovo salvatore.

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I Simboli del Soltizio di Inverno (ALBAN ATHAN): Il Vischio e la Befana

di Andrea Romanazzi

Sempre legato alla tradizione natalizia e arborea è il mistico vischio, considerato una pianta magica per la sua origine: non spunta dal terreno ma, nascendo sui tronchi dei meli, delle querce e dei pioppi, sembra nascere dal cielo , inoltre le sue bacche si sviluppano in nove mesi proprio come il feto umano e si raggruppano in numero di tre, numero da sempre sacro in tantissime culture.

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Natale: I Simboli del Solstizio di Inverno – Il Ceppo Natalizio (Parte 3)

di Andrea Romanazzi

Da tempo immemorabile  i contadini di tutta Europa usavano accendere falò, i cosi detti fuochi di gioia , non è neanche raro che in questi fuochi si ardessero fantocci o si fingesse ardere una persona viva. Lo vedremo nel proseguo. In particolare era con il solstizio d’inverno che iniziava l’usanza accender falò perchè l’uomo primitivo in corrispondenza di quei giorni in cui il calore del sole e la sua luce iniziava a diminuire, quasi come per magia “simpatica”, accendeva fuochi in terra quasi per riportare il calore e la luce tra gli uomini.

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Natale: I simboli del Solstizio di Inverno – l’Albero (Parte 1)

di Andrea Romanazzi

La festa del Natale è una tradizione nata moltissimi secoli prima della venuta del Cristo, quando l’uomo, immerso nell’immanenza della Natura, sua madre feconda, guardava stranito i suoi prodigi. Il primitivo sapeva bene che tutto è dominato da cicli di morte e resurrezione in un eterno susseguirsi di buio e luce, vita e morte che, come eterna spirale, nel loro continuo inseguirsi assicurano la vita. Di estrema importanza diventano particolari periodi dell’anno  durante i quali l’uomo tenta di ingraziarsi la sua Grande Madre con una serie di rituali propiziatori atti a ridestarla dal suo torpore per assicurare prosperità e fecondità. E’ in quest’ottica che si inserisce la festività del Natale, detta anche Yule, il Solstizio d’Inverno, il momento in cui il Sole, l’elemento maschile ingravidatore, nella sua fase più debole, dal 22 al 24  dicembre, viene partorito nuovamente dalla sua Madre per garantire lui stesso successivamente, come figlio ed amante, la fertilità della sua sposa. presenta spesso, con nuove vesti, antichi retaggi culturali, rituali pagani assorbiti dalla nuova religione che però si ripresentano con forza tra le pieghe del manto tessuto proprio per nasconderle e coprirle.

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