MILANO: Alla ricerca delle origini celtiche

di Andrea Romanazzi

Milano viene spesso considerata come una grande metropoli senza storia ove ogni giorno si spostano centinaia di migliaia di persone in un travolgente e caotico movimento che spesso, con il suo turbinio, sembra voler escludere il passato della città, il momento in cui un sacro Nemeton, tra gli ombrosi territori insubri, divenne un borgo. Sarà così che, prima di parlare dei misteriosi segreti racchiusi tra le mura cittadine, partiremo proprio dalla sua mitica fondazione e dal suo stesso nome,  che, come novello Virgilio, ci guiderà alla scoperta di antiche memorie sopite tra i tumulti quotidiani della metropoli.

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L’enigma della Mater Amabilis dalla Veste Lapislazulo: Un “Codice da Vinci” nelle Campagne Toscane

di Andrea Romanazzi

La campagna toscana, ed in particolare il comune di Monterchi sono testimoni di un’intricato enigma, un piccolo Codice da Vinci tutto italiano. Cosa si cela dietro l’affresco dipinto in una piccola e sparuta cappellina cimiteriale da uno dei più grandi geni della pittura italiana, Piero della Francesca? Perché il noto artista decise di realizzarlo proprio in una modestissima chiesetta rurale e cosa si nasconde dietro la sua insolita iconografia? Cerchiamo di squarciare l’antico velo che avvolge questo enigma.

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Incisioni Rupestri tra Piemonte e Val d’Aosta: Le Barche dei Defunti

di Andrea Romanazzi

L’archeologia montana si basa su labili tracce poiché l’uomo che frequentava le zone alpine poteva portare con sé solo pochi oggetti, spesso anche deperibili ed inoltre le sue sistemazioni, ripari di fortuna o cavità naturali non hanno favorito la conservazione di eventuali reperti. Nonostante queste difficoltà l’uomo antico ha guardato alla montagna come importante risorsa da utilizzare e frequentare, anche se all’inizio solo stagionalmente, alla ricerca di pascoli, animali e materie prime. E’ durante questa frequentazione che vennero individuati i percorsi più vantaggiosi e i valichi più utili per il transito tra le pianure e l’Oltralpe e che furono lasciate tracce della sua millenaria presenza sull’arco alpino. E’ in questo contesto che, viaggiando tra il Piemonte e la val d’Aosta, non si può non fermarsi nel meraviglioso borgo di Bard dominato dal suo omonimo forte. Situato presso una gola posta vicino all’ingresso della valle, dove la Dora Baltea tocca il suo punto più stretto, il forte, posto tra Verrès e Pont-Saint-Martin, domina, da uno sperone roccioso, il passaggio obbligato per quella che un tempo era la via per le Gallie.

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Le Streghe Siciliane

di Alessia Giuliana

L’isola più grande del mar Mediterraneo, influenzata da molti gruppi etnici, colonie fenicio puniche e greche o periodi di dominio straniero: romani, ostrogoti, bizantini, normanni, arabi ecc…Riflettete su questo periodo di dominio greco-romano. La nostra terra è piena di reperti archeologici che si trovano in ogni angolo siculo. Una delle figure che si muove nel territorio è quello della “Signora del Gioco” (Erodiade, Diana, Ecate), Dea che rivela alle streghe i segreti della magia delle erbe e della stregoneria (nell’età antica la dea triplice, nota come “Deae Matres” o “Deae Matronae”).

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Culti e Luoghi delle Rocce Coppellate tra le Alpi Piemontesi

di Andrea Romanazzi

Le Montagne e i boschi alpini raccontano da sempre storie di antichi culti e religioni. E’ infatti su queste rocce moreniche, enormi blocchi di roccia residuo dei movimenti glaciali, che l’Antico inciderà degli incavi o coppelle. Intendiamo per coppelle quegli incavi artificiali di forma semisferica che venivano intagliati, spesso per picchiettamento o sfregamento, sulle rocce a mò di ciotola rudimentale. Ad esse erano spesso associati i già visti motivi a rete, a croce, spirale o zig-zag. La roccia coppellata non è semplicemente un orpello, per le popolazioni preistoriche era immagine del ventre umido della Grande Madre, la divinità della e della fertilità, e le acque in esse raccolte venivano utilizzate ancora fino al secolo scorso dalle donne per sfregarsi il ventre affinchè favorissero la fertilità. Le realizzazione della cavità era dunque un modo di riproporre l’immagine della stessa divinità naturale nella quale, poi, raccogliere il suo “umore”.  Queste tradizioni sono presenti un po’ in tutta Europa. Pietre di fertilità le troviamo nell’area nordica, in Germania sono note con il termine di Brautstein, in Francia le chiamano  Glissade.

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La dea Madre ad Ostuni (Puglia) e il Mistero di Delia

Questo “fuoriporta” ci conduce nell’alto Salento, in particolare nella meravigliosa città bianca di Ostuni, uno dei borghi più visitati di Puglia. Tra le tante bellezze del paese però si nasconde, nel piccolo museo delle civiltà preclassiche della Murgia Meridionale, qualcosa di davvero unico. Avete mai sentito parlare della Grande Madre?

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La Dea Madre e il Mito Comparato delle Sacre Nozze

di Andrea Romanazzi

La Dea Madre è stata probabilmente la prima divinità immaginata dall’uomo e, anche se così non fosse, è indubbiamente quella più presente in tutte le culture del mondo antico.

In tutto il Bacino del Mediterraneo, includendo anche l’area Mediorientale sono state ritrovate statuette, terracotte, incisioni, raffiguranti la Grande Dea già a partire da 30.000-25.000 anni prima di Cristo, usanza poi pian piano scomparsa verso il 3.000 a.C. con l’avvento delle popolazioni Indoeuropee veneratrici delle divinità maschili padrone delle armi e delle fucine.

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