Quelle melodie fra le piramidi

da un vecchia intervista giornalistica di MARIA MATALUNO  (senza fonte)

Gli egizi avrebbero per primi tradotto la musica in scrittura – I geroglifici furono anche usati come note – A colloquio con lo studioso Nedim R. Vlora – Un nuovo tassello per conoscere meglio la cultura di una delle più affascinanti civiltà antiche su essa iscritto, un nuovo tassello si aggiunge al mosaico di conoscenze su una delle più affascinanti civiltà antiche: gli Egizi, valenti matematici, astronomi e guaritori, e straordinari artisti e architetti, furono anche esperti nell’arte dei suoni e usavano segni alfabetici per annotare le armonie che i loro musicanti riproducevano su sistri, liuti e tamburi.

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Il Blues e il voodoo

Di Andrea Romanazzi

Sin dall’antichità l’uomo si è occupato della musica, per Pitagora le note musicali sono state comunicate all’uomo direttamente da dio. Gli studiosi della kabbalah ritengono combinando in modi particolari le lettere sacre dell’alfabeto ebraico si possano compiere veri e propri miracoli. Anche nella letteratura ritroviamo il potere della musica, armonie in grado di distruggere come nel caso delle trombe di Gerico o in grado di soggiogare le menti come nel caso del canto delle sirene.

“I blues cadono come grandine, i blues cadono come grandine, e il giorno continua a ricordarmi che c’é un demonio che mi segue, un demonio che mi segue” (Hellhound on My Trail, Robert Johnson)

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