di Andrea Romanazzi
La Murgia è una vasta area collinare situata tra la Puglia e la Basilicata, caratterizzata da un paesaggio unico e suggestivo, dominato da altopiani rocciosi, doline e gravine. Questo territorio, apparentemente arido e inospitale, è in realtà ricco di biodiversità, con una flora e una fauna straordinarie che hanno saputo adattarsi alle condizioni climatiche e geologiche del luogo. La sua conformazione carsica, con suoli calcarei e poca acqua superficiale, ha favorito lo sviluppo di una vegetazione spontanea estremamente resistente, capace di prosperare in condizioni di stress idrico e nutrizionale, tra cui meravigliose piante edibili (commestibili).
L’Uomo Antico e il Rapporto con il Territorio
Per centinaia di migliaia di anni, l’uomo ha basato la sua sopravvivenza sulla caccia e sulla raccolta delle erbe spontanee, attività che richiedevano una profonda conoscenza dell’ambiente naturale e della flora circostante. Nell’era del Paleolitico, i nostri antenati esploravano la Murgia alla ricerca di cibo, vivendo in armonia con il territorio. La capacità di distinguere le piante commestibili da quelle tossiche, di conoscere il ciclo vegetativo e di sapere quale fosse il momento migliore per la raccolta, era una competenza fondamentale per garantire la sopravvivenza.
Con l’avvento del Neolitico e la nascita dell’agricoltura, l’uomo ha iniziato a domesticare le piante, trasformando radicalmente il suo modo di vivere. Tuttavia, la raccolta delle erbe spontanee non è mai scomparsa, rimanendo una pratica comune per integrare l’alimentazione domestica e garantire la sopravvivenza nei periodi di scarsità. Anche quando l’agricoltura cominciò a prosperare, le piante selvatiche continuarono a essere raccolte e utilizzate, soprattutto in tempi di carestia o difficoltà. In queste circostanze, le erbe spontanee della Murgia rappresentavano una risorsa preziosa e facilmente accessibile.
Le Piante Selvatiche della Murgia
Come detto, la Murgia ospita una vasta gamma di erbe spontanee commestibili, che sono state per secoli una fonte di nutrimento per le popolazioni locali. Tra le erbe più comuni della Murgia troviamo la cicoria selvatica (Cichorium intybus), l’asparago selvatico (Asparagus acutifolius), il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) e il tarassaco (Taraxacum officinale). Queste piante, ricche di vitamine, sali minerali e proprietà nutritive, erano raccolte e utilizzate per preparare piatti semplici ma gustosi, tramandati di generazione in generazione.
Riconoscere il valore delle erbe spontanee significa riscoprire un legame antico con la natura, un rapporto che, nonostante i cambiamenti portati dalla modernità, resta ancora vivo e fondamentale.

La Portulaca nella Murgia: la pianta dalle mille leggende
Tra le rocce e i terreni calcarei della Murgia prospera una pianta dalle qualità straordinarie: la portulaca (Portulaca oleracea). Originaria delle Americhe e del subcontinente indiano, la portulaca ha trovato nelle terre murgiane un habitat ideale, adattandosi perfettamente ai suoli aridi e poveri di nutrienti che caratterizzano questa regione. Fin dall’antichità, è stata utilizzata come alimento in diverse parti del mondo, dalle regioni del Mediterraneo fino alle Americhe. Le popolazioni locali della Murgia non facevano eccezione: la portulaca era raccolta e utilizzata in cucina, soprattutto nei periodi di carestia o scarsità, quando le risorse alimentari scarseggiavano.
Non solo alimentazione. La portulaca, nonostante la sua apparente semplicità come pianta, ha ispirato diverse leggende e credenze popolari in varie culture.
In molte tradizioni popolari europee, la portulaca è conosciuta come una pianta che porta fortuna e felicità. Si riteneva che piantarla vicino alla porta di casa proteggesse gli abitanti dalle influenze negative e dagli spiriti maligni. Si credeva anche che attirasse prosperità e benessere, e che chi ne tenesse un rametto in casa avrebbe goduto di pace e armonia familiare.
Un’antica credenza araba narra che la portulaca sia una “pianta della resurrezione”. Si dice che sia capace di risorgere anche dopo essere stata apparentemente distrutta, perché ha la capacità di rigenerarsi con pochissima acqua. Questa caratteristica ha portato la pianta ad essere considerata simbolo di speranza e rinascita. Secondo la leggenda, un giorno un gruppo di viaggiatori si perse nel deserto e, dopo giorni di sete, trovarono la portulaca, che riuscì a sopravvivere nel terreno arido. Loro mangiarono le foglie succose della pianta, trovando ristoro e salvezza.
Nell’antico Egitto, la portulaca era considerata una pianta sacra, usata per le sue proprietà curative. Si dice che fosse impiegata per curare infezioni e ferite. Alcuni ritenevano che questa pianta fosse legata agli dei della guarigione, e veniva spesso offerta durante i riti religiosi per invocare protezione e salute. Si credeva inoltre che le foglie di portulaca avessero il potere di calmare lo spirito e purificare il corpo.
In alcune culture, specialmente nel Mediterraneo, si racconta che la portulaca fiorisca di notte e che i suoi fiori si aprano al passaggio delle stelle cadenti. Si credeva che la pianta avesse una connessione con il cielo e che fosse benedetta dagli astri. Per questo motivo, era tradizione esprimere un desiderio quando si vedeva una portulaca fiorire durante una notte limpida, sperando che i desideri venissero esauditi dalle stelle.
Nella mitologia greca, la portulaca era vista come una pianta simbolo di resistenza e umiltà. La sua capacità di crescere anche nei terreni più difficili e di rigenerarsi rapidamente era vista come una rappresentazione dell’umiltà e della forza dell’animo umano. Una storia racconta di un uomo che, dopo aver perso tutto, trovò consolazione osservando la portulaca crescere rigogliosa nel suo giardino nonostante la siccità. L’uomo interpretò questo come un segno che la vita può rifiorire anche nei momenti più bui, e si ispirò a questo per ricostruire la sua vita.
Ricette in Cucina
In cucina portulaca è una pianta versatile, utilizzata sia cruda che cotta. Le sue foglie succulente e leggermente acidule sono perfette per arricchire insalate fresche, spesso abbinate a pomodori e cetrioli, come avviene in Turchia. In Grecia, la portulaca viene condita con yogurt e servita come contorno. Anche in Murgia, può essere utilizzata per preparare piatti semplici ma gustosi, come minestre, frittate e stufati, che valorizzano il sapore particolare della pianta.
Insalata di Lenticchie della Murgia e Portulaca
Ingredienti:
- 200 g di lenticchie della Murgia
- 100 g di portulaca fresca
- 1 cipolla rossa di Acquaviva (o altra cipolla dolce)
- 1 spicchio d’aglio
- 10-12 pomodorini ciliegini
- 50 g di olive nere (meglio se della varietà Peranzana)
- 2 cucchiai di aceto di vino rosso
- 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva della Murgia
- Sale q.b.
- Pepe nero macinato fresco q.b.
- Qualche foglia di basilico fresco (facoltativo)
Preparazione:
- Preparazione delle lenticchie: Sciacqua le lenticchie sotto acqua corrente e mettile in una pentola con abbondante acqua fredda. Porta a ebollizione, abbassa la fiamma e cuoci per circa 20-25 minuti, o fino a quando le lenticchie saranno tenere ma ancora integre. Scola le lenticchie e lasciale raffreddare.
- Preparazione della portulaca: Lava accuratamente la portulaca sotto acqua corrente per rimuovere eventuali impurità. Asciugala delicatamente e taglia i gambi più lunghi in pezzi di circa 3-4 cm. Se le foglie sono molto grandi, puoi spezzettarle.
- Preparazione degli altri ingredienti: Affetta sottilmente la cipolla rossa e trita finemente lo spicchio d’aglio. Taglia i pomodorini ciliegini a metà o in quarti, a seconda della loro dimensione.
- Assemblaggio dell’insalata: In una ciotola capiente, unisci le lenticchie cotte, la portulaca, la cipolla rossa, i pomodorini e le olive nere. Aggiungi l’aglio tritato.
- Condimento: In una piccola ciotola, emulsiona l’olio extravergine d’oliva con l’aceto di vino rosso, il sale e il pepe nero macinato fresco. Versa il condimento sull’insalata e mescola delicatamente per far amalgamare i sapori.
- Presentazione: Se desideri, puoi guarnire l’insalata con qualche foglia di basilico fresco. Servi l’insalata a temperatura ambiente, accompagnandola con pane di Altamura tostato per un tocco pugliese autentico.
Suggerimento: Questa insalata può essere preparata in anticipo e conservata in frigorifero. Prima di servire, lasciala a temperatura ambiente per 10-15 minuti per esaltare i sapori. La portulaca aggiunge una nota croccante e leggermente acidula che si sposa perfettamente con la dolcezza delle lenticchie e la freschezza dei pomodorini.
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