di Andrea Romanazzi
Immerso tra gli uliveti della campagna pugliese, esiste una chiesa che è ciò che rimane dell’antico casale di Sizzaro racconta una storia di fede, resilienza e tradizione che ha attraversato i secoli. Con il suo campanile bianco che svetta come una torre tra gli alberi, è il ricordo della devastazione delle incursioni ungheresi del 1348. In questo approfondimento ve ne racconteremo la storia.
Sannicandro di Bari è un comune situato nella regione della Puglia, a pochi chilometri dalla città di Bari. Le origini del paese risalgono all’epoca pre-romana, quando la zona era abitata dai Peucezi, una delle popolazioni italiche che vivevano nella parte centrale della Puglia. Tuttavia, le prime testimonianze storiche concrete emergono in epoca romana, quando la zona era attraversata dalla Via Traiana. Con la caduta dell’Impero Romano, Sannicandro di Bari subì le incursioni dei popoli germanici e successivamente la dominazione bizantina. Fu però durante il periodo normanno, intorno all’XI secolo, che il paese iniziò a svilupparsi come centro abitato fortificato con la costruzione del castello, che divenne il fulcro del borgo, oggi uno degli esempi più notevoli dell’architettura militare normanna in Puglia.
Durante il Medioevo, la Puglia fu teatro di numerosi conflitti militari a causa della sua posizione strategica nel Mediterraneo. Tra questi, le guerre contro l’esercito ungherese rappresentano un capitolo significativo della storia regionale, avvenute principalmente nel XIV secolo. Questi scontri coinvolsero il Regno di Napoli e le forze del Regno d’Ungheria, entrambe in lotta per il controllo della Puglia e delle altre regioni del Sud Italia. La morte di Carlo II d’Angiò nel 1309 aprì una fase di instabilità politica nel regno. Gli Angioini, che regnavano su Napoli, furono sfidati da vari pretendenti, tra cui i sovrani ungheresi della dinastia d’Angiò-Ungheria, che vantavano legami dinastici con il regno. La prima invasione ungherese ebbe luogo nel 1347, quando Luigi I d’Ungheria decise di invadere il Regno di Napoli per vendicare l’assassinio del fratello Andrea, probabilmente assassinato durante una battuta di caccia dalla consorte Giovanna. Le truppe ungheresi entrarono in Puglia, sconfiggendo facilmente le forze locali grazie alla loro superiorità numerica e organizzativa. La città di Bari e altre località pugliesi caddero rapidamente sotto il controllo ungherese. Tuttavia, l’invasione si arrestò a causa dello scoppio della peste nera nel 1348, che colpì duramente sia le forze ungheresi che la popolazione locale. Luigi I decise di ritirarsi, abbandonando temporaneamente le sue pretese sul regno. Nel 1350, lanciò una seconda invasione, più organizzata e con forze meglio equipaggiate.

Gli ungheresi ottennero nuovamente successi iniziali, conquistando diverse città pugliesi e minacciando la capitale del regno. Le ostilità si conclusero nel 1352 con la firma di un trattato che prevedeva la rinuncia di Luigi alle sue pretese sul trono di Napoli in cambio di una consistente indennità finanziaria. Le guerre contro l’esercito ungherese ebbero un impatto significativo sulla Puglia. La regione subì devastazioni economiche e sociali a causa delle continue incursioni e dei saccheggi. Molte città furono fortificate per resistere meglio a future invasioni, e questo contribuì allo sviluppo urbano della regione. E’ in quest’ultima fase che esaminiamo cosa accadde a Sannicandro, ed in particolare di casale Sizzaro.
La nascita del Casale di Sizzaro
Nella storia medievale e moderna della Puglia e della Murgia, i casali rivestirono un ruolo cruciale nel contesto socio-economico e militare della regione. Questi insediamenti rurali, spesso fortificati, nacquero come risposta alle incursioni di saraceni, pirati e altri invasori che frequentemente minacciavano le aree costiere e interne dell’Italia meridionale. Erano piccoli agglomerati di case, spesso circondati da mura difensive, che fornivano riparo e protezione alle popolazioni rurali, ma anche centri di produzione agricola e allevamento, costituendo così l’ossatura economica del territorio.

Un esempio emblematico di questi insediamenti è stato il casale di Sizzaro, situato a metà strada tra i comuni di Sannicandro di Bari e Adelfia. Sorgeva lungo la via che congiungeva il centro del rione Canneto di Adelfia al castello di Sannicandro, una struttura chiave nel sistema difensivo della regione. La vita nei casali era regolata da norme comunitarie e era spesso gestita da una figura di riferimento, come un signore locale o un rappresentante della Chiesa.
Il casale di Sizzaro viene menzionato per la prima volta in un documento risalente a novembre del 958. In tale documento, Cristoforo, figlio di Marco e originario della città di Canosa, vende una proprietà situata in locum ziziro a un certo Leone, figlio di Adelchisi. La citazione nel documento del 958 di un terreno recintato, descritto come “hoc est inclita una clausuria mea que se bocat de fitulito propinquo iamdicto loco“, evidenzia l’importanza di recintare le proprietà per la protezione e gestione agricola. L’importanza del casale di continuò a crescere nel corso dei secoli, come dimostra un ulteriore documento del 1134. Questo atto attesta la donazione di numerose proprietà nel loco Sizziro fatta da Guido da Venosa, signore del castello di San Nicandro, in favore dell’abbazia della Trinità di Cava dei Tirreni. Tra le proprietà donate vi erano due vigne e una chiesa dedicata alla Vergine Maria. La presenza della chiesa segna un elemento cruciale nello sviluppo dell’insediamento. Le chiese medievali non erano soltanto luoghi di culto, ma anche centri di vita sociale e culturale e dunque un punto di aggregazione per gli abitanti del casale, ospitando cerimonie religiose, mercati e fiere, e contribuendo alla coesione della comunità. Nel corso del tempo, la chiesa acquisì importanza non solo come luogo di devozione, ma anche come simbolo della stabilità e continuità del casale. La sua presenza attirava pellegrini e commercianti, favorendo gli scambi e lo sviluppo economico del territorio.
Piano piano divenne un luogo di pellegrinaggio per la popolazione locale, grazie al culto diffuso della Vergine e alla promessa di indulgenza per i pellegrini che vi si recavano. L’importanza della chiesa e del culto mariano a Sizzaro è testimoniata da un’iscrizione posta ai lati dell’antico ingresso (ora murato) della chiesa stessa. Questa iscrizione, divisa in due tabulae, è stata studiata da Giuseppe Scalera, che ha attribuito la sua realizzazione all’episcopato di Romualdo II Grisone, vescovo di Bari tra il 1282 e il 1309. L’iscrizione sottolinea la centralità del culto della Vergine nella vita spirituale degli abitanti del casale e dei territori circostanti.
“Huc o(m)nes gen(t)is nu(n)c et se(m)p(er) venientes me(n)te sua mu(n)da feria luce(n)te secu(n)da edomata sic i(n)dulce(n)cia lata hec si noscatur (et) p(er) mea metra notatur que quadragene bis sex s(un)t nectare plene munere divino Romualdo sta(n)te barino.”

Tradotta, l’iscrizione invita tutti i fedeli a recarsi presso il santuario con mente pura, promettendo indulgenza ai pellegrini.
All’interno della cappella, due altarini sono dedicati alla Madonna della Torre e al Padre Eterno, evidenziando la centralità del culto mariano nella vita spirituale degli abitanti.

Il Declino e la Distruzione di Sizzaro
Nel 1348, il casale fu distrutto durante le già descritte incursioni ungheresi che sconvolsero la Puglia e il Regno di Napoli.
Questo evento segnò la fine dell’antico villaggio di Sizzaro, lasciando poche tracce della sua esistenza. Di tutto il casale non rimane che la Chiesa della Madonna di Torre, così denominata per il suo caratteristico campanile bianco che si staglia tra i bassi uliveti circostanti, assumendo le sembianze di una torre.
Verso la fine del XVI secolo, alcuni fedeli, determinati a preservare il luogo sacro, intrapresero la ricostruzione della chiesa. Questa iniziativa fu motivata dalla devozione religiosa e dal desiderio di mantenere viva la tradizione del culto mariano. La chiesa fu ricostruita con uno stile semplice ma solido, riflettendo le risorse limitate e le necessità pratiche della comunità rurale.
Oggi, come detto, la Chiesa della Madonna di Torre è l’unica testimonianza tangibile dell’antico villaggio di Sizzaro. Sebbene non vi siano resti evidenti del casale, essa rimane un simbolo potente della storia e delle tradizioni del luogo. Essa rappresenta non solo un monumento religioso, ma anche un legame vivente con il passato di Sizzaro e della Puglia.. Oggi, la devozione verso la Madonna di Sizzaro continua a essere celebrata con fervore, in particolare durante la festività del Lunedì dell’Angelo.





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