di Andrea Romanazzi
Questo corposo approfondimento vuole presentare l’esperienza fatta sul campo tra le tradizioni magiche cubane a Trinidad.
La Spiritualità Cubana
L’isola di Cuba deve le sue caratteristiche che oggi la rendono davvero unica alla sua storia e alla sua posizione geografica che ne fece, fin dal 1500, crocevia di uomini e merci. Il territorio, in realtà, non era mai stato disabitato, ma popolato sin dal 3000 a.C. da tre distinte popolazioni autoctone, i Guanahatebey, provenienti probabilmente dall’attuale Florida, i Siboney e i Taìno di cui però non si sa molto.Queste popolazioni erano anche note con i termini di Calinago o Calinoche, successivamente distorti, si trasformarono in Caribales, ovveroCaribes. Queste popolazioni che oggi potremmo definire “caraibiche” furono completamente sterminate dai Conquistadores spagnoli che, successivamente, ripopolarono queste aree attraverso la nota tratta degli schiavi. Tra il 1521 e il 1865 furono portati sull’isola attraverso una deportazione di massa milioni di individui provenienti dal continente africano. Caraibici, Europei ed Africani, è questo il meltinpot in cui affonda le radici la misteriosa religione cubana nota con il termine di Santeria, una sorta di rivisitazione in chiave cristiana dell’antica religione africana degli Yoruba. Se infatti da una parte gli spagnoli permettevano di seguire le religioni africane, per evitare fastidiose ribellioni, dall’altra obbligava che i riti fossero praticati solo nei cabildos, una sorta di circoli sociali etnici, e che ognuno di questi fosse comunque “patrocinato” da un santo cattolico. La religione risultante aveva una parvenza di cattolicesimo ma i diversi “santi” altro non erano che gli Orishas, le divinità spirituali africane emissari del dio Olofì. Questa l’origine della Santeria. Da allora il legame che lega la popolazione locale alla religione non si è mai spezzato. Ancora oggi la religione più diffusa è, appunto, la Santeria, detta anche Regla de Ocha. Non c’è casa che non abbia il suo altare dedicato alle divinità di tale credo (Fig.1).

Gli Orishas
Entrando dunque in una qualunque casa cubana è facile imbattersi in un altare che ha tutte le caratteristiche cristiane. Ad un secondo sguardo, però, notiamo qualcosa di strano. Statuette di galli da combattimento tra bambole vestite con i manti della Madonna, crocifissi vicini a pellerossa o a figure di neri dei campi di cotone, bicchieri d’acqua un po’ ovunque (Fig.2).

Un fulmine di latta, una spada, pesos dentro un catino di plastica, collanine fanno da offerte ad una statua di Cristo (Fig.2). Una piccola testa realizzata in cemento, rappresentante Elegguà, è poi sempre presente ai piedi dell’altare (Fig.3-4-5).



Nell’altare in figura 3, in particolare appaiono gli strumenti tradizionali: i Batà, tamburi a forma di clessidra che sono utilizzati per le cerimonie più importanti, sonagli e maracas, cibo devozionale, fiori e frutta. E’ questo il culto di quei “Santi” cristiani dietro i quali si nascondevano le antiche divinità africane a causa della proibizione tassativa per gli schiavi neri di professare gli antichi culti. Come visto sin ora la Santeria, dunque, è basata sul culto di particolari entità chiamate Orishas. Sopra ogni cosa, dunque, sopra gli stessi “Orishas”, c’è l’Essere Supremo, manifesto attraverso la triade Olofi-Olordumare-Olorun. Olofiè il creatore di ogni cosa, nato da sé per sé, Olordumarè è l’espressione spirituale che si manifesta materiale attraverso gli elementi. Olofì è la forza vitale che pervade tutte le cose, è il movimento, l’alternanza del giorno e della notte, della vita e della morte. E’ da questa triade che proviene l’Aché, il dono, la grazia, l’energia spirituale che pervade tutte le cose. Per alcuni non si tratta di una trilogia, ma di un Dio unico, quindi la Santeria sarebbe una religione monoteista, mentrele entità note come Orishaspersonificherebbero le varie espressioni naturali di questa forza con funzione di messaggeri della divinità primordiale. Successivamente, attraverso una cosmogonia anche piuttosto complessa, nasce il pantheon cubano al completo e dunque gli Orishas, ognuno con le sue specificità. Ad oggi esistono circa 400 “Santi” nella religione originale Yoruba, una quarantina nella Santeria, di cui solo una quindicina quelli conosciuti dalla maggioranza dei fedeli, entità antropomorfe che si fanno guerra, si rubano le compagne, si vendicano, stuprano, si alleano e si proteggono vicendevolmente. Chi sono dunque davvero questi Orishas? Il termine deriva da Ori-Xas, ovvero “i signori della Testa”, il luogo fisico dove, secondo l’Antico, risiedeva la forza vitale. Sono una sorta di espressione spirituale dei singoli caratteri naturali della divinità universale. Il primo nato fu Oxalà, quello che viene considerato il padre di tutti gli Orishas, e successivamente la sua sposa Nanà, la mater primordiale. Dalla loro unione vennero i cinque grandi Orishas: Xangò, Abaluaiè, Ogum e Yemanjià, insieme all’energia vitale, coLui che permette il movimento della sacra ruota, chiamata ExùElegbarà. Anche noto come Elegguà, sincretizzato con sant’Antonio da Padova, egli è colui che apre e chiude le porte, che deve mangiare per primo e che possiede le chiavi del destino.Sarebbe impossibile elencare qui tutti i “Santi”. Diffusissimo sull’isola è poi Shangò, sincretizzato con santa Barbara. E’ l’Orisha del fulmine, del tuono e delle cascate, ha il dominio sul fuoco e sulle rocce, è il dio della forza incontrollata, rappresentata dalla sua ascia bipenne. C’è poi Yemanja, la signora dei mari, sincretizzata con la vergine Stella Maris, la Virgen della Regla, ghiotta di pesce di acqua salata, riso, mais, gamberi, pere, mele gialle, gioielli in argento, uva bianca, cocco, rose bianche senza spine, pettini e specchi (Fig.6-7).


Troviamo poi Ochun, il Santo dei fiumi e torrenti, espressione della bellezza, o ancora Ogun, il guerriero con il macete (Fig.8).

Palo Monte, o Regla de Congo
La Santeria non è però l’unica religione cubana. Anche se meno diffuse, sempre di origine africana, troviamo il Palo Monte, o Regla de Congo, che a sua volta si divide in Palo Mayombe, la più pura o meno sincretizzata, e il Palo Briyumba, quest’ultima creata da Andrés Petit per unificare i poteri della Santeria ed il cattolicesimo nel culto congolese. I riti del Palo sono quasi tutti svolti in ambiente domestico ed ispirati ad una religiosità animista. I seguaci di queste religioni vengono chiamati “paleros” (Fig.9).

A Cuba esistono molti cabildo dove oggi si pratica il Palo Mayombe. Un esempio è il Cabloco di Sant’Antonio di Trinidad (Fig.10-11).


Caratteristica delle religioni del “Palo” è la rappresentazione del Santo non sotto forma antropomorfa o umana ma come Nganga (Fig.12-13),


una sorta di “calderone” dove “abita” l’Orishas o lo spirito specifico, anche noto come mpungu. In alcuni casi queste coppe sono legate al culto degli Antenati o dei defunti e dunque abitate da uno spirito, quasi mai coincidente con l’antenato diretto del proprietario dell’oggetto ma, spesso, un’anima “catturata” per poter essere poi al servizio del “palero”.Le cerimonie per la realizzazione, infatti, richiedono l’invocazione di uno spirito di un defunto, spesso disseppellito in un cimitero dallo stesso iniziando, e che diverrà la guida del sacerdote e sua fonte di potere. Viene così confinato in un oggetto, ad esempio una bottiglia o meglio nel “calderone”, che poi sarà gelosamente custodito dal palero.
Il QRcode qui sotto rimanda ad un breve video documentario girato nel Cabildo di san Antonio a Trinidad. Il Video mostra anche una cerimonia di “Asiento”, una sorta di “battesimo” spirituale di un ragazzo durante la quale avviene una sorta di “possessione”.
Esiste, infine un’altra sorta di via spirituale, chiamata Abakuà. Si tratta, in realtà, di una confraternità iniziatica o società segreta, una sorta di versione afro-cubana della Massoneria. I membri di questa società sono stati conosciuti come ñañigos, una parola usata per designare i ballerini di strada della società, conosciuti dalla popolazione locale per la loro partecipazione al Carnevale nel giorno dei Tre Re, quando ballavano per le strade indossando il loro vestito da cerimonia, un abito a scacchiera multicolore con un cono copricapo sormontato da nappe. Noti anche come diablaos, essi cantano e danzano una musica oramai diventata comune nel folklore cubano, il diablito. Se volete vedere una performance dei rituali, chiamati “plante”, utilizzate il link o inquadrate il QRcode.
Si sa pochissimo della Abakuà, sulla quale c’è un totale riserbo. Ciò che sembra è che i membri di Abakuáseguano una religione legata fondamentalmente al culto degli Antenati e dei defunti oltre agli spiriti della foresta.
Oggi queste religioni stanno vivendo un nuovo periodo di crescita. Circa tre quarti della popolazione di Cuba professa una religione di stampo afrocubano. Il governo di Castro tentò per trent’anni di scoraggiare tale religione, senza mai riuscirci.Nel XX secolo un nuovo impulso è dato dalla rivoluzione cubana del ’59. Due le conseguenze di rilievo: l’esportazione del culto nell’America Settentrionale e in secondo luogo il nulla osta del regime castrista alla pratica di questa religione per motivi ideologici anche in funzione anti-cattolica e di valorizzazione della cultura popolare e delle classi più povere. Con il crollo del muro di Berlino, l’apertura al turismo dell’isola e l’emigrazione cubana, oggi la Santeria è fortemente diffusa anche in altre aree geografiche, più di 22.000 sono, ad esempio, i praticanti nei soli USA.
Santeria: Religione di stampo sciamanico?
Terminiamo questo articolo con una riflessione, vvero la possessione presente nelle pratiche afro-amerindie può essere definita “sciamanica”? Abbiamo già detto come secondo Eliade lo sciamano sia coLui che controlla gli spiriti e che, attraverso il “viaggio”, visita il regno dell’Oltremondo. Al contrario la possessione rende l’uomo controllato dagli spiriti che, a differenza di quanto avviene nella pratica sciamanica, di propria volontà insidiano gli uomini. Nonostante quanto detto, non è facile individuare una netta differenza tra possessione e pratiche sciamaniche. Il Di Nola definisce la possessione “una particolare condizione personale o collettiva che si presenta come occupazione dello spirito o della presenza vitale individuale da parte di realtà estranee, rappresentate come potenze impersonali o personali”, e già in tale affermazione si nota una fusione di concetti. Gilbert Rouget afferma che la classificazione di Eliade è troppo rigida e che esistono tutta una serie di casi che si potrebbero definire “intermedi”. Secondo Shefferman anche se lo sciamano domina gli spiriti essi spesso parlano per bocca dello stesso, danzano con il suo corpo e, in molte tradizioni, tra cui quelle afrocubane e mesoamericane, ne fanno addirittura cambiare sembianze in animale. Del resto, ricorda Richard Noll, lo sciamano prima di essere tale, nelle tradizioni tunguse è un “malato”, ovvero un posseduto dagli spiriti, chiamati “tutelari” o “ausiliari” che diventano, nelle tradizioni afro-amerinde gli Orishas. Secondo Glenn Shepard i Santeri non sono solo persone che semplicemente diventano “corpo” delle divinità, ma individui che ricevono una “chiamata spirituale” attraverso visioni, sogni o malattie iniziatiche, proprio come nella più classica delle tradizioni sciamaniche. Ancora, David Shefferman parla di sciamanesimo anche in relazione alla “via dei Santi”, più nota come Santeria cubana, mentre secondo Raul Canizares i Santeri sono spesso istruiti da sciamani o curanderi. Sono inoltre presenti in tali culti le nozioni di perdita dell’anima, di attacco spiritico, di malattia ultrafanica, di spiriti degli elementi, di trasformazione in animali, nonche di un cosmo multilivello abitato da spiriti ed attraversato dagli “sciamani” in stato di trance. Importante è anche il concetto di “malattia”. In particolare lo stato di salute dell’uomo dipenderebbe dalla stretta relazione con i propri spiriti, gli Orishas. In alcuni casi infatti l’energia emanata da tali entità, chiamata axè, asche o ache, può affievolirsi, causando disequilibri energetici che sono, a loro volta, causa di malattia che dunque ha sempre origini numinose. E’ lo stesso concetto che trovianmo nelle tradizioni sciamaniche più propriamente dette, ovvero la malattia è un deficit energetico in connessione alla perdita o all’allontanamento degli spiriti guida. Da Costa afferma infatti che “…in some circumstances, the light (Energy) emanating from the guardianspirits (Orishass), may be deficient, causingproblems in the energeticequilibrium of the mind and body of the person…during the consultation the spiritual caretakerestablishesvoluntarycontact with the consulter’sguardianspirit, or Orishas, and, depending on the level of communication with the spirit world or extrasensoryperception, proceeds to conduct some form of dialogue with the spiritual entityconcerning the person under consultation…” .


Vi presentiamo un video di ciò che abbiamo girato
Fig.1 – Altare domestico dedicato a Santa Barbara sincretizzata con Shango e a Yemanja. Tra le offerte a tali divinità si possono vedere ceri votivi, fiori e frutta.
Fig.2 – Altare dedicato ad Obatalà, sincretizzato con Gesù Cristo. Il suo colore è il bianco.
Fig.3 – Altare dedicato ad Ashun. In particolare le Entità degli Orishas in questo altare sono cultuati sotto forma di “zuppiere”o sopera.Le Entità dimorano questa sorta di feticcio di creta che diviene una sorta di regno in miniatura degli Orishas ed in particolare dello specifico Santo venerato che si fa immanente nel mondo-zuppiera. Proprio per questo la natura e il materiale della stessa varia a seconda dell’Orisha di riferimento, Exù preferisce sopiere in argilla, Ogum un calderone in metallo, quelle di Yemanjià devono esser di colore bianco e blu, mentre i gemelli Ibeji ne preferiscono due piccole.
Fig.4 – Un altare dedicato agli Orishas presente in una abitazione di Trinidad. L’altare si sviluppa su tre livelli: quello più basso è dedicato agli spiriti dei defunti o Egungun e ad Elegguà, quelli superiori a divinità più “benevole”. In particolare in foto l’altare è dedicato a Shango
Fig.5 – Alcune “sopere” e teste di Elegguà in vendita presso le “Case degli orishas” ovvero negozi di materiale magico
Fig.6-7 – Due altari dedicati a Yemanja, l’entità delle acque
Fig.8 – Altare di tradizione “Palo Mayombe” dedicato ad Ogun.
Fig.9 – Un Palero mostra la lettura dei Buzios una delle più antiche pratiche divinatorie diffuse in Sud America e soprattutto a Cuba. Il tramite è costituito da gusci della noce di cocco di Elegbarà
Fig.10 – Altare dedicato ad Elegguà sincretizzato con sant’Antonio da Padova all’interno dell’omonimo Cabildo a Trinidad.
Fig.11 – Particolare della parte più “bassa” dell’altare dedicata ad Elegguà. In particolare si possono notare i bastoni a “L” tipici della raffigurazione di Elegguà come un vecchio. Al centro la “sopera” che nel Palo prende nome di Nganga
Fig.12-13 – Esempi di Nganga legate al culto dei Defunti




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