di Andrea Romanazzi
Ultimamente in Puglia, ma non solo, sto rivedendo un revival di una antica tradizione espletata spesso nel periodo pasquale o nel giorno del primo di Maggio: il “Passa Passa”. Si tratta di un pittoresco rituale magico legato alla cura del bimbo vittima di ernia, che si officiava fino al secolo scorso in numerosi comuni italiani. In un giorno specifico dell’anno, alcune persone si recavano in campagna dove, dopo aver scelto un albero, la cui tipologia variava da luogo a luogo, ne coglievano un ramo e, una volta tagliatolo in senso longitudinale dalla base all’estremità superiore, lo divaricavano a formare l’immagine di una vulva. Due uomini, i “compari”, tenevano aperta la fessura attraverso la quale un terzo, spesso uno dei genitori o la levatrice, faceva passare il bimbo malato di ernia allo scroto. Il rituale era compiuto tre volte, dopodiché si ricongiungevano le estremità del ramo e le si legava con uno spago. Se il ramo fosse germogliato nuovamente il bimbo sarebbe stato libero dalla malattia e il rito avrebbe avuto successo.
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