Grumo tra culti pagani e antiche ricette

di Andrea Romanazzi

Il paese di Grumo, da termine greco “drùmon” ovvero quercia, o dal latino “grumum”, agglomerato di case, nasce come borgo preromano come testimoniato da Plinio nella sua “Naturalis Historiae”. Molteplici potrebbero essere le motivazioni per cui scrivere un approfondimento su questo paese, ma per quanto ci riguarda vogliamo focalizzare l’attenzione su due culti tradizional-popolari, ovvero quello di San Michele Arcangelo e della Madonna di Mellitto entrambi accomunati dal culto delle acque e delle grotte.

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La Dea Madre e i Culti Agrari: Il Mistico Covone e la Vergine

di Andrea Romanazzi

 Per cercare così di addentrarci più approfonditamente in questo aspetto del culto e capire le evoluzioni che ha subito nel tempo, dovremo esaminare il folklore e le tradizioni popolari-contadine legate alla mietitura e alla fertilità agreste. Sarà qui che, tra falci e antichi riti, si nasconde ancora lo spirito della Dea.

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Gubbio e il Mistero di San Francesco e il Lupo

di Andrea Romanazzi

“…Al tempo che santo Francesco dimorava nella città di Agobbio, nel contado d’Agobbio apparì un lupo grandissimo, terribile e feroce, il quale non solamente divorava gli animali, ma eziandio gli uomini; in tanto che tutti i cittadini stavano in gran paura, però che spesse volte s’appressava alla città; e tutti andavano armati quando uscivano della città, come s’eglino andassono a combattere, e con tutto ciò non si poteano difendere da lui, chi in lui si scontrava solo.

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Abruzzo misterioso: I Marsi e il rituale dei Serpari

di Andrea Romanazzi

Il primo giovedì di Maggio si svolge, nel borgo di Cocullo, l’interessantissima festa dei serpari, rituale di origini pagane incentrato attorno alla figura di San Domenico.

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Antiche Madri nel bacino del Mediterraneo

di Andrea Romanazzi

La Dea Madre è stata probabilmente la prima divinità immaginata dall’uomo e, anche se così non fosse, è indubbiamente quella più presente in tutte le culture del mondo antico. In tutto il Bacino del Mediterraneo, includendo anche l’area Mediorientale sono state ritrovate statuette, terracotte, incisioni, raffiguranti la Grande Dea già a partire da 30.000-25.000 anni prima di Cristo, usanza poi pian piano scomparsa verso il 3.000 a.C. con l’avvento delle popolazioni Indoeuropee veneratrici delle divinità maschili padrone delle armi e delle fucine.

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L’enigma della Mater Amabilis dalla Veste Lapislazulo: Un “Codice da Vinci” nelle Campagne Toscane

di Andrea Romanazzi

La campagna toscana, ed in particolare il comune di Monterchi sono testimoni di un’intricato enigma, un piccolo Codice da Vinci tutto italiano. Cosa si cela dietro l’affresco dipinto in una piccola e sparuta cappellina cimiteriale da uno dei più grandi geni della pittura italiana, Piero della Francesca? Perché il noto artista decise di realizzarlo proprio in una modestissima chiesetta rurale e cosa si nasconde dietro la sua insolita iconografia? Cerchiamo di squarciare l’antico velo che avvolge questo enigma.

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  Le Vie cave Etrusche: Sulle orme della dea madre

 di Andrea Romanazzi   

Nei dintorni di Sovana vi sono molte strade profondamente scavate nel tufo e fiancheggiate da tombe certamente etrusche. Sono le “cave di San Sebastiano”, oggetto di paurosa superstizione dei paesani, perché profonde e nascoste dagli alberi alla luce del sole.  L’origine di tali opere è da mettere in    relazione ad alcuni particolari aspetti della religione Etrusca e in particolare con  il culto della madre Terra , del mondo sotterraneo, le ritualità in onore degli antenati, degli dèi inferi e dell’Oltretomba.

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Il culto della dea madre in Puglia: Egnatia e Cibele

di Andrea Romanazzi

La Puglia è stata da sempre metà di turismo e trasporti. Tra le sue numerose località, cariche di storia, ci soffermiamo su Egnazia, in lingua messapica Sull’antica strada di comunicazione della Repubblica romana che congiungeva l’Adriatico con l’Egeo e il Mar Nero.

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Tradizioni pagane in Puglia: il Rito del “Passa Passa”

di Andrea Romanazzi

Ultimamente in Puglia, ma non solo, sto rivedendo un revival di una antica tradizione espletata spesso nel periodo pasquale o nel giorno del primo di Maggio: il  “Passa Passa”. Si tratta di un pittoresco rituale magico legato alla cura del bimbo vittima di ernia, che si officiava fino al secolo scorso in numerosi comuni italiani. In un giorno specifico dell’anno, alcune persone si recavano in campagna dove, dopo aver scelto un albero, la cui tipologia variava da luogo a luogo, ne coglievano un ramo e, una volta tagliatolo in senso longitudinale dalla base all’estremità superiore, lo divaricavano a formare l’immagine di una vulva. Due uomini, i “compari”, tenevano aperta la fessura attraverso la quale un terzo, spesso uno dei genitori o la levatrice, faceva passare il bimbo malato di ernia allo scroto. Il rituale era compiuto tre volte, dopodiché si ricongiungevano le estremità del ramo e le si legava con uno spago. Se il ramo fosse germogliato nuovamente il bimbo sarebbe stato libero dalla malattia e il rito avrebbe avuto successo.

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La Stregoneria: Dalle sacerdotesse della Grande Madre alla persecuzione eretica

di Andrea Romanazzi

Il fenomeno della “stregoneria” affonda le sue radici in un lontano passato quando l’uomo e la donna vivevano nell’immanenza della Grande Dea dai mille nomi, “ Inde primigenii Phryges Pessinuntiam deum matrem, hinc autocthones Attici Cecropiam Minervam, illinc fluctuantes Cyprii Paphiam Venerem, Cretes sagittiferi Dictynnam Dianam, Siculi trilingues Stygiam Proserpinam, Eleusinii vetustam deam Cererem, Iunonem alii, Bellonam alii, Hecatam isti, Rhamnusiam illi, et qui nascentis dei Solis inchoantibus inlustrantur radiis Aethiopes utrique priscaque doctrina pollentes Aegyptii caerimoniis me propriis percolentes appellant vero nomine reginam Isidem” e successivamente Diana Paganorum.

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