di Andrea Romanazzi
Nei dintorni di Sovana vi sono molte strade profondamente scavate nel tufo e fiancheggiate da tombe certamente etrusche. Sono le “cave di San Sebastiano”, oggetto di paurosa superstizione dei paesani, perché profonde e nascoste dagli alberi alla luce del sole. L’origine di tali opere è da mettere in relazione ad alcuni particolari aspetti della religione Etrusca e in particolare con il culto della madre Terra , del mondo sotterraneo, le ritualità in onore degli antenati, degli dèi inferi e dell’Oltretomba.
Questa area è detta area dei tufi, ed è qui che troviamo le trombe etrusche scavate nella roccia. Secondo i popoli dell’antichità I luoghi della terra erano, le sedi del potere sacro. Per essere piu’ vicini alla terra , gli etruschi così, scavarono dei veri e propri sentieri nella roccia, le famose “vie Cave”, la cui forma e dimensioni evocherebbero enormi e sinuosi corridoi per giganti.
Ma perchè furono costruite queste vie cave e quale era la loro funzione? Queste vie avevano uno scopo fondamentalmente sacrale, una prima ipotesi sulla loro funzione era quella che fossero USATE PER RAGGIUNGERE le zone di sepoltura, ma in seguito si è ipotizzato che fossero vere e proprie vie di comunicazione per raggiungere luoghi ove si svolgessero particolari cerimonie e processioni legate all’oltretomba.
Una delle vie cave piu’ famose è quella di San Sebastiano, ove , in realtà, corrono 2 vie cave, parallele tra loro e con gli ingressi molto vicini, e questo è piuttosto misterioso, già che dal punto di vista della viabilità 2 vie cave vicine e parallele nn hanno bisogno di esistere , e quindi questo conferma il loro uso simbolico.
Le vie cave, inoltre sono cariche di significati simbolici, infatti nell’alto delle pareti possiamo notare diverse incisioni, che però son fatte in posizione molto alta, tanto che ci vorrebbe una scala per poterle leggere.
Tra le varie incisioni troviamo una croce uncinata, simbolo antichissimo e misterioso legato alla forza vitale che esprime energia e ciclicità, appena a fianco troviamo una iscrizione, si legge berthet…dovrebbe esser belta, il dio dei mutamenti ciclici stagionali , appunto in relazione con il criptogramma precedente.
Le processioni che si svolgevano in questi luoghi erano legati a celebrare il mistero della nascita della vita in coincidenza del cambio delle stagioni ed erano dedicati alla Grande Madre. Questi percorsi furono considerati sacri anche nel medioevo, come dimostrano i diversi tabernacoli con affreschi di immagini sacre per fermarsi a pregare. Essi erano denominati gli “scaccia diavoli”, che servivano a rincuorare il viandante che passava per questi posti ombrosi e paurosi.
L’idea è che la via cava era una “costruzione” legata alla madre terra, culto che si può comprendere facilmente…
Facendo un solco nel terreno e piantando un seme esso fruttifica, e quindi l’uomo capiva che vi è un potere nella terra, il potere creativo , una energia che può essere canalizzata, e così la via cava diventa un grande solco per permettere al potere della terra di venir fuori e vivificare, permettendo così anche ai morti di “rivivere” nuovamente…Anche le dimensioni megalitiche (20-30 m di profondità) ricordano altre costruzioni di grandi dimensioni proprio legate al culto della dea. Si parla di una energia della terra, del sottosuolo, che fin dall’antichità è stata associata a divinità…così questa sarebbe una interpretazione e una divinizzazione dell’energia terrestre.