di Andrea Romanazzi

Il viaggio lungo la via dell’Arcangelo ci porta Grumo Appula. Il termine “Grumo” potrebbe derivare dal latino “grumus”, che significa “grumo” o “mucchio”, probabilmente in riferimento alla conformazione del terreno o alla disposizione dei terreni agricoli collinari caratteristici della zona. Per altri deriverebbe dal termine greco “drùmon”, ovvero quercia.

Del resto nei dintorni di Grumo Appula, in epoche passate, erano diffusi boschi di querce che contribuivano in modo significativo al paesaggio naturale della regione murgiana, caratterizzato da querce, tra cui la Quercus suber (quercia da sughero) e altre specie decidue come la Quercus robur e la Quercus cerris, prosperavano grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla fertilità dei terreni. Le origini della cittadina risalgono all’epoca antica, quando la zona era abitata dai Peucezi, un antico popolo italico di origine illirica. Successivamente, durante il periodo romano, il territorio entrò a far parte dell’Impero e prosperò grazie alla sua posizione strategica lungo le vie di comunicazione dell’epoca. Grumo Appula conserva ancora oggi numerosi elementi della sua ricca tradizione culturale e delle sue radici storiche.

Arriviamo all’Arcangelo. Nel cuore della tradizione cristiana, il culto di San Michele Arcangelo emerge come un affascinante intreccio di sacro e profano. Abbiamo già approfondito i temi sull’Arcangelo su questi link.

Torniamo a Grumo. La festa dell’Arcangelo aveva una tradizione profondamente sentita tra la popolazione, retaggio d’antiche abitudini, risalenti ad epoche remote. Scrive Gianni Ricore, nel libro Grumo Appula “…Nella Grumo, che era stata bizantina, il culto di San Michele non poteva essere ignorato. Infatti, ben due cappelle, situate alla periferia di Grumo Appula, ed un altare nella chiesa di San Rocco sono dedicati all’Arcangelo. Né scarsa considerazione da parte dei grumesi poteva avere il santuario del Gargano. Il pellegrinaggio al luogo sacro di Montesantangelo si compieva a bordo di traini, tirati da muli o cavalli, che impiegavano un tempo lungo una diecina di giorni tra viaggi di andata e ritorno. Dalla metà degli anni Trenta del ‘900 i grumesi principiarono ad andarci in bicicletta. Prima di partire, ascoltavano messa nella chiesa di San Rocco e dopo, pedalavano per tutta la Capitanata fino all’erta del Gargano. A Grumo si faceva festa, con le frotte dei ragazzini che rincorrevano la carovana dei ciclisti, i quali indossavano copricapi e giacchette, tutti ricoperti di spillette ex-voto e per proteggere durante la lunga pedalata i battitacchi dei pantaloni dalla catena di trasmissione della bicicletta, ne fermavano i bordi con mollette da bucato. Giunti sul promontorio e assolti gli obblighi liturgici, si acquistavano oggettini sacri e penne di gallina, tutte colorate. Nel viaggio di ritorno, arrivati al santuario del Beato Giacomo di Bitetto, a pochi chilometri da Grumo Appula, dove si faceva sosta, si procedeva ad agghindare la propria bicicletta con quelle penne colorate. Si rientrava così a Grumo Appula da un viaggio, che, tra andata e ritorno, durava tre giorni. L’ingresso in città era trionfale. La carovana dei pellegrini percorreva il centro della città e si scioglieva davanti alla chiesa di Monteverde. Alla fine degli anni Quaranta del ‘900 fu costruita la cappella di San Michele su via Roma e il sito diventò il termine dei pellegrinaggi. L’avvento della motorizzazione diffusa mutò questo rito, avversato anche da qualche canonico forestiero, ma il pellegrinaggio a San Michele del Gargano continua ad essere un appuntamento di fede dei grumesi, che vanno ancora sull’erta del Gargano a bordo di auto e autobus…”.

La cappella rurale di san Michele in Grumo

Centrum di queste tradizioni era la Cappella di San Michele, situata sulla via che porta alla Trinità e alla Pineta Comunale,  a circa un centinaio di metri dall’abitato di Grumo, lungo la via della Selvella, un luogo di culto di notevole importanza per la comunità.

oplus_131120

oplus_131072

Non si hanno molte notizie in merito. Eretta nel 1699 di fronte alla torre del Mulino all’inizio della strada che conduce al lago Petto, si distingue per la sua sobria facciata esterna che non lascia intuire la magnificenza degli affreschi interni. All’interno, la cappella è interamente decorata con affreschi, tra cui spicca al centro una maestosa rappresentazione dell’Arcangelo Michele circondato dai Santi Rocco e Francesco.

oplus_131120

Particolarmente significativa è la presenza di una statua in pietra di San Michele, che conferisce solennità e sacralità all’ambiente. La volta a botte della cappella segue armoniosamente un elegante fregio decorativo, contribuendo a creare un’atmosfera suggestiva e accogliente.

oplus_131072

Le decorazioni lungo le pareti laterali presentano un interessante contrasto tra rappresentazioni del mondo terrestre e del mondo acquatico, arricchendo ulteriormente il valore artistico e simbolico della cappella. Tuttavia, è evidente la presenza di tracce di umidità, presumibilmente causate dalla vicinanza di un pozzo di acqua fresca all’interno della cappella, il quale, se da un lato rappresenta un rimando ai culti dell’acqua dell’Arcangelo, ha purtroppo danneggiato leggermente gli affreschi murali nel corso del tempo.

All’interno della cappella si possono poi notare due iscrizioni significative. Sotto l’altare, vi è incisa la seguente frase: “Erexit Michaelis Honori… Principe agminis angelici in anno Domini 1600“, che ne testimonia la dedica a San Michele Principe delle milizie celesti. Sull’architrave della porta d’ingresso, invece, è presente la scritta “A.D. 1692”, indicando un possibile intervento di restauro o una riconsacrazione della cappella in quella data. Nonostante le scarse informazioni testimonia la presenza del culto già dal XV secolo. Ne parla, anche se brevemente,  Sempre Gianni Ricore, scrive “…Nella Grumo, che era stata bizantina, il culto di San Michele non poteva essere ignorato. Infatti, ben due cappelle, situate alla periferia di Grumo Appula, ed un altare nella chiesa di San Rocco sono dedicati all’Arcangelo…”.

oplus_131104

Lo studioso parla, poi dell’Altare di San Michele nella Chiesa di San Rocco, situato a sinistra di chi entra, e dedicato a San Michele Arcangelo. Questo altare ha rivestito, successivamente, un ruolo significativo nella vita religiosa di Grumo Appula, in quanto era il punto di partenza per i pellegrinaggi ciclistici verso il Santuario di San Michele del Gargano. Il pellegrinaggio iniziava con la celebrazione della Santa Messa nella Chiesa di San Rocco, davanti all’altare di San Michele. I pellegrini si confessavano e ricevevano la comunione per poi partire. Durante il pellegrinaggio veniva raccolta una colletta tra i partecipanti per finanziare la celebrazione di ulteriori messe lungo il percorso, come al Santuario dell’Incoronata vicino a Foggia e nella grotta di San Michele a Monte Sant’Angelo. Le offerte venivano anche destinate alle chiese visitate e ai numerosi poveri che si trovavano nelle vicinanze e lungo la gradinata della Grotta di San Michele. Al termine di ogni pellegrinaggio al Gargano, il rientro a Grumo Appula avveniva con una processione secondo una procedura ben definita, che simboleggiava l’unità e la devozione della comunità. Uno sparo (uno solo) annunciava al paese l’arrivo dei pellegrini. In quel momento, qualcuno si recava a prelevare il sacerdote che accompagnava i ciclisti insieme al capo dei pellegrini e ad altri membri del gruppo. I ciclisti, avanzando a piedi e portando a mano le biciclette adornate. Infatti anche le biciclette divenivano opere d’arte. I pellegrini le adornavano con penne colorate acquistate a Monte Sant’Angelo, note come “penne di San Michele”, insieme a quadretti del Santo, crocifissi, medaglie e medagliette di varie dimensioni. Si procedeva lungo Corso Umberto I in due distinte file ai margini dei marciapiedi, cantando in onore di San Michele. Il capo pellegrino e il prete chiudevano il corteo al centro della strada. La folla, stazionando numerosa sui marciapiedi, assisteva con devozione e curiosità al passaggio di questa insolita processione, composta e ordinata, con tutti i partecipanti che cantavano e le biciclette variegate negli addobbi. Il corteo proseguiva davanti alla Chiesa di San Rocco, e continuava senza sosta per Corso Garibaldi fino alla Chiesa di Monteverde, dove terminava il pellegrinaggio.

Alla fine degli anni Quaranta del ‘900 però, fu costruita una piccola cappella di San Michele su via Roma per divenire il termine dei pellegrinaggi. Nonostante l’avvento della motorizzazione diffusa mutò questo rito, il pellegrinaggio a San Michele del Gargano continua ad essere un appuntamento di fede dei grumesi, che vanno ancora sull’erta del Gargano a bordo di auto e autobus…”.

LODE A SAN MICHELE ARCANGELO

Ti saluto San Michele Il nostro Protettore Il nostro difensore Ci devi accompagnar Ti saluto San Michele Sei l’Angelo di Dio La nostra compagnia Ti viene a visitar Ti saluto San Michele Sei l’Angelo del conforto In punto della morte Tu vienici a salvar San Michele tu Sei Principe Difesa dalla morte Sulle celesti porte Ti vengo a ritrovar Venite o Pellegrini, A tal saluto arcano Venite da lontano Le grazie a ritrovar Ti saluto San Michele Sei l’angelo più caro e bello Sul nostro paesello Volgi uno sguardo ognor Ti saluto San Michele Tu sei l’Angelo Santo Benedite a tutti quanti La nostra società Ti saluto San Michele (Ritornello) Sei l’Angelo più potente Lucifero serpente Mi devi discacciar Misero peccatore Dall’ira tua sdegnata Vieni qui inginocchiato San Michele avrà pietà Tu guidaci dal cielo O nostro Capitano De porgi la tua mano Perdonaci ogni error Ti saluto San Michele Sei l’angelo del Signore Il pegno e il valore In te trionferă La spada alla tua destra A sinistra lo scudiero Lucifero lusinghiero Sotto ai tuoi piedi sta Ti saluto San Michele Sei l’Angelo celeste In cielo si fa la festa Per una eternità Addio San Michele Sei l’Angelo Divino Ti diamo l’ultimo addio Partenza per noi sarà Addio San Michele E San Michele addio Vogliamo la licenza La santa benedizione Evviva S. Michele E San Michele e Santo In quella grotta santa Ti veniamo a visitare

Lascia un commento

In voga