di Andrea Romanazzi

Nel cuore di Ventimiglia, antico centro della Liguria, sorge una località avvolta da storie oscure e superstizioni.

Conosciuto come “il Convento”, questo luogo, che un tempo fu un monastero di Agostiniani e successivamente divenne una caserma dei Carabinieri, oggi è famoso non solo per il suo passato istituzionale ma anche per le leggende che lo circondano. Situato nell’antico sobborgo di Sant’Agostino, proprio ai confini della città, il Convento è associato a storie di magia, malocchio e stregoneria.

Nel corso dei secoli, il luogo ha acquisito una reputazione sinistra, divenendo famoso per le presenze inquietanti che si dice lo abitassero e per i racconti di febbri malariche che infestavano la zona. Tuttavia, una figura in particolare ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva di Ventimiglia: la Strega del Convento.

La Strega del Convento: Figura di Morte e Maledizioni

Secondo la leggenda, la Strega del Convento era una vecchia donna, piccola, rugosa e dalla bruttezza estrema. Nessuno sapeva esattamente quanti anni avesse, poiché sembrava essere sempre stata presente. La gente del luogo la chiamava “la stria del Convento”, credendo che fosse dotata del potere di spargere maledizioni e infliggere malattie a chiunque incrociasse il suo cammino.

La strega viveva solitaria in una vecchia casa nei dintorni del Convento e raramente si faceva vedere nelle strade di Ventimiglia. Tuttavia, quando capitava che percorresse le vie pubbliche, era spesso accompagnata da un seguito di bambini che, spaventati dalla sua presenza, la seguivano gridando “uh! a stria! daghe a stria!”. Questa reazione era sintomo del profondo terrore che la strega incuteva: tutti le cedevano il passo, evitando di avvicinarsi a lei, temendo il suo potere maligno.

La Morte del Giovane e la Reazione del Popolo

Un episodio in particolare consolidò la sua reputazione di portatrice di sventure. Si racconta che un giovane garzone, ammalatosi gravemente dopo essere entrato nell’osteria in cui si trovava la strega, morì poco tempo dopo per una malattia misteriosa. La comunità, convinta che fosse stata la strega a maledirlo, reagì con rabbia. Il padre del ragazzo, in preda alla disperazione, si convinse che la colpa della morte del figlio fosse da attribuire alla vecchia e, dopo averla catturata, la rinchiuse in una stanza a ripassare le legnate, minacciando di non liberarla finché non avesse rotto la maledizione.

L’Ultimo Respiro della Strega

La strega, ormai vecchia e malata, non riuscì a liberarsi dalla maledizione che la comunità le aveva imposto. Le sue presunte abilità magiche non furono sufficienti per difendersi dalla morte che alla fine la colse, portando con sé sollievo nella comunità. La morte della strega fu vista come un momento di liberazione per Ventimiglia, che per lungo tempo aveva vissuto nel terrore delle sue presunte malefatte. La comunità accolse la sua scomparsa come una liberazione dal male, sebbene la sua memoria continuasse a vivere nei racconti e nelle leggende del luogo.

Il Convento di Ventimiglia è dunque un luogo che, oltre a portare con sé una lunga storia di cambiamenti e trasformazioni istituzionali, è anche un simbolo di superstizione e magia. La storia della Strega del Convento è solo una delle tante leggende che continuano a vivere nella memoria collettiva della comunità, ricordandoci come il confine tra realtà e mito sia sempre stato sottile, soprattutto in quei luoghi dove la magia popolare e la paura dell’ignoto dominavano la vita quotidiana.

Ventimiglia, con le sue tradizioni secolari e i suoi racconti di streghe e magie, continua a essere una meta di grande fascino per chi è interessato a scoprire le storie e i misteri che ancora oggi avvolgono il suo territorio.

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