Acerenza e il legame con Dracula

di Andrea Romanazzi

Acerenza, ubicata nella provincia di Potenza in Basilicata, costituisce una città intrisa di un’antichissima storia, le cui radici si estendono fino all’epoca pre-romana. La denominazione “Acerenza” potrebbe derivare da “Acheruntia” (in greco Αχερουντία), un antico toponimo menzionato da illustri autori romani come Tito Livio e Orazio, e successivamente durante il Medioevo da Procopio, tutti i quali la designano come “fortezza di guerra” e “presidio”.

Nel periodo romano, l’area conobbe un significativo sviluppo infrastrutturale, testimoniato dalla costruzione di strade che connettevano le città circostanti, in seguito, Acerenza passò sotto il dominio bizantino e, nell’VIII secolo, cadde sotto il controllo dei Longobardi, attraversando fasi di conflitti e variazioni dinastiche. L’XI secolo fu caratterizzato dalla fondazione di un notevole centro religioso con la costruzione della Cattedrale di Santa Maria Assunta, divenuta col tempo un simbolo di crescita e rilevanza per la città nei secoli successivi e di cui abbiamo già parlato in un nostro precedente approfondimento.

Il periodo che però ci interessa in questo articolo investigare è quello del Cinquecento, legato alla figura di Maria Balšić, nota anche come Balsa o del Balzo, una nobile albanese che ottenne la cittadinanza italiana. Secondo lo storico Antonio Terminio, la Regina Giovanna III, quando Maria raggiunse l’età matrimoniale, intorno al 1483 a 22 anni, la donò in sposa a Giacomo Alfonso Ferrillo, figlio di Matteo Ferrillo, conte di Muro e signore di Genzano, Spinnazzola, Rodi e Montefredano, un cavaliere di nobili costumi, affabile, dotato di buona conoscenza legale, notevolmente colto e appassionato di antichità. Nel 1479, Matteo Ferrillo acquisì la città di Acerenza da Ferdinando d’Aragona, che era stata semi-distrutta dal terremoto del 1456. Matteo Ferrillo promosse subito la ricostruzione della facciata del duomo, come testimonia lo stemma della famiglia Ferrillo sul portale della stessa chiesa. Ebbene, la storia di Maria Balsa, consorte del Conte rivela una connessione affascinante con la figura di Vlad III di Valacchia, comunemente noto come il Conte “Dracula”. Secondo l’avvocato Raffaello Glinni, esperto dell’archivio storico di Acerenza, Maria Balsa potrebbe essere la figlia del celebre Vlad III, il despota famoso anche come Dracula. Questa deduzione si basa sulla presenza di un drago alato nello stemma di Maria Balsa, un simbolo che si collega direttamente a Vlad III, il cui nome trae origine dal termine “draco”, cioè drago. Il blasone di Maria Balsa, un drago alato con ali di pipistrello, domina sulla Cattedrale di Acerenza, sovrastando per rango quello dei Ferrillo. La connessione con Vlad III, il celebre Dracula, si basa sul fatto che egli è l’unico despota tra la Serbia e la Romania noto per avere un drago nello stemma. In questa interpretazione, il cognome della Donna, come era uso in quei tempi, potrebbe suggerire la sua provenienza, ovvero, “Balcana,” riferendosi ai Balcani, contratto poi in Balsa. In aggiunta all’interno della cripta della Cattedrale si trova una rappresentazione di Sant’Andrea, patrono di Romania, a conferma delle radici legate a questo territorio. Inoltre, molteplici sono le rappresentazioni artistiche nella cattedrale che rimandano al drago.

C’è poi un dettaglio affascinante: Su un affresco un medaglione a forma di stella al collo della Madonna richiama per fattezze e pietre qil rubino sul cappello di Dracula, suggerendo una connessione simbolica tra la figura sacra della Madonna e il celebre despota Vlad III.

Per gli amanti del mistero, però, questo non è l’unico motivo per visitare Acerenza. E’ infatti in questo borgo che, Giovan Battista Basile poeta, scrittore e folclorista, ha ricercato elementi e fiabe per la sua opera “Lo cunto de li cunti”. Basile proveniva da una famiglia nobile napoletana, si dedicò agli studi letterari e alle opere teatrali, diventando noto anche come poeta e scrittore. La sua opera più celebre, “Lo cunto de li cunti”, è una raccolta di racconti popolari che attingono a tradizioni orali e popolari lucane. Le storie sono spesso ricche di elementi fantastici, magia e umorismo e la sua opera fu pioniera nel campo della raccolta e della rielaborazione di racconti popolari, e il suo lavoro ha avuto un impatto significativo sulla creazione di fiabe che successivamente hanno circolato in tutta Europa. si dice che sia stata fonte ispiratrice per molte delle fiabe popolari europee. In particolare, le fiabe dei fratelli Grimm, famosi per la loro raccolta “I racconti di Grimm,” sarebbero state influenzate direttamente da Basile. Così molti studiosi affermano che La Bella Addormentata, chiamata dal Basile  “Dolce Dorme”  sia stata ambientata sul Pollino acatena montuosa situata tra la Basilicata e la Calabria. Immaginare il castello della Bella Addormentata tra le vette del Pollino aggiunge un elemento locale e una nuova prospettiva alla storia che tutti conosciamo. stessa cosa per Nennillo e Nennella, meglio noti come Hansel e Gretel la cui storia potrebbe essere stata ambientata nel bosco di Acerenza una costruzione megalitica nota come  “la casa dell’orco”, con un forno enorme che potrebbe aver dato il là alla fiaba. Vi poi l’ipotesi che Raperonzolo, la Petrosinella del Basile, sia ambientata nel Castello di Lagopesole. Imsomma, da Dracula ai Grimm la Lucania ed in particolare Acerenza hanno contribuito in maniera tangibile alle fiabe e alla ricchezza del patrimonio

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