di Andrea Romanazzi

Nel cuore del Molise, tra le colline che profumano di storia e superstizione, sorge Casalciprano, un piccolo borgo che conserva nella pietra, nei vicoli e nei suoi allestimenti artistici la memoria di un’antica saggezza popolare. Lontano dai clamori del turismo di massa, questo paese ha saputo trasformare la sua identità in un vero e proprio museo a cielo aperto, dove ogni angolo narra storie di magia, guarigione, incantesimi e streghe attraverso interessanti installazioni artistiche che costellano le strade e che raccontano il volto nascosto del mondo contadino, fatto di preghiere sussurrate nella notte, formule tramandate di madre in figlia, unguenti miracolosi e misteriosi raduni notturni sotto alberi sacri. 


Come detto, passeggiando per il paese è facile imbattersi in un sapere contadino e stregonesco che rivive in una forma di pannelli ceramici disposti lungo le vie del borgo, che riportano fedelmente antichi rimedi popolari un tempo custoditi nei cosiddetti “libri dei segreti”.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Questi testi, tramandati oralmente o scritti a mano da guaritori e magare, raccoglievano pratiche magiche, ricette terapeutiche e consigli di sopravvivenza quotidiana. Lungo le strade del paese, come in un museo a cielo aperto, sono visibili raffigurazioni dettagliate di piante magiche, istruzioni su rimedi naturali contro insetti e descrizioni sulle proprietà di erbe come mandragora, stramonio, giusquiamo e belladonna, utilizzate un tempo dalle streghe e guaritrici locali. Questi pannelli celebrano il patrimonio di saperi contadini e magico-popolari, rendendo Casalciprano un luogo unico nel suo genere.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Tra i rimedi più curiosi documentati nei pannelli vi sono quelli dedicati all’allontanamento di formiche e mosche, veri e propri “segreti domestici”.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Depositarie di tali conoscenze erano le “streghe”. Il termine  deriva dallo strix latino, un uccello notturno (simile a una civetta o a un gufo) che nella tradizione romana era ritenuto predatore di bambini. Ma la radice del termine si riflette in molte culture: la witch anglosassone (da wica, “sapiente”), la sorcière francese (da sortilegus, “colei che legge il destino”), fino alla bruja spagnola.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Questo suggerisce un’origine comune legata alla conoscenza e alla capacità di comunicare con l’invisibile. Nonostante oggi la strega proponga una figura demonizzata, plasmata dalla teologia inquisitoria che la voleva serva del demonio, mangiatrice di bambini e portatrice di peste e sciagure, la donna-strega era invece  portatrice di un sapere femminile, intuitivo, medico e spirituale, custode di erbe, conoscitrice dei cicli lunari, di  formule mediatrici tra umano e divino. Sarà solo con la bolla Summis desiderantes (1484),che la strega diventa eretica, collaboratrice del Maligno, colpevole di aborti, morti infantili, epidemie. Tra il XV e il XVII secolo migliaia di donne vennero torturate e arse vive, spesso per accuse prive di fondamento. Tuttavia, le confessioni sotto tortura riportano descrizioni dettagliate di Sabba, unguenti, voli notturni, danze e trasformazioni.

Casalciprano ci mostra, invece, con le sue tavole erboristiche, il vero primigenio sapere delle Signore delle Erbe. Tra le installazioni troviamo tavole  dedicate alla  “ Medicina Popolare”, dove la guarigione non era soltanto l’effetto di rimedi empirici, ma un rituale collettivo, una pratica sociale fondata su gesti, erbe, unguenti e parole sacre. Il sapere curativo era custodito principalmente dalle donne, vere sacerdotesse del benessere domestico. Esse ricorrevano a,  Preghiere, rivolte a Dio, a Cristo e ai Santi, per intercedere nella guarigione,  Benedizioni, auguri verbali rivolti direttamente al paziente e Scongiuri, parole di comando volte ad allontanare il male. Un quarto metodo, più esoterico, era l’incantesimo, espressione della cosiddetta “magia simpatica”: un legame invisibile tra cose simili o simbolicamente collegate. Questa conoscenza, profondamente codificata e trasmessa oralmente, si trasferiva in un rito d’iniziazione che avveniva la notte di Natale, in un’atmosfera sospesa tra il sacro e l’occulto.

Il Sabba: il lato oscuro della notte

Un altro pannello, presentato sotto forma di antico manoscritto illustrato, parla del Sabba, il grande raduno notturno delle streghe.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

“Con la partecipazione al rito empio e sacrilego del sabba, l’effetto visionario del delirio tossico tocca il punto culminante.” Il sabba viene descritto come un convegno infernale, in cui le streghe si riuniscono alla presenza del demonio. Le cronache popolari indicano il Noce di Benevento come il più celebre tra i luoghi di raduno, ma anche il Colle di Corsato di Casalciprano viene menzionato come importante sito locale secondo l’antica credenza popolare.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Questi racconti, però, non vanno letti soltanto in chiave demonizzante. Essi riflettono un mondo contadino che cercava di dare senso e forma ai propri timori e desideri, proiettandoli in uno spazio rituale, simbolico, spesso in contrasto con l’ortodossia religiosa ufficiale. In particolare il luogo del Sabba sarebbe ben visibile dalle alture di Casalciprano, L’immaginazione ci fa pensare a donne in cerchio tra gli alberi, con erbe e bastoni, che intonano canti antichi sotto la luna ma il colle di Corsato è ben altro, diventa spazio liminale, soglia tra il visibile e l’invisibile, tra il mondo umano e quello degli spiriti.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Ed è proprio questa ambivalenza — tra benevolenza e pericolo, tra cura e dannazione — a costituire il cuore pulsante della magia popolare molisana.Casalciprano ha scelto di non relegare questo patrimonio all’oblio, ma di celebrarlo visivamente, con installazioni artistiche che si ispirano a codici miniati, pergamene, simboli e iconografie stregonesche. Lungo i vicoli del paese è possibile imbattersi in libri scolpiti nella pietra, in frasi incise nel ferro, in immagini che rievocano pratiche di un tempo: tutto contribuisce a tenere viva la memoria di una sapienza ancestrale.

Lascia un commento

In voga