Le cause della vampirizzazione

di Maddalena Winchester

Le cause della vampirizzazione (la nascita o creazioni di un nuovo vampiro) erano molte e varie nel folclore originario. Secondo la tradizione slava e cinese, qualsiasi cadavere che veniva scavalcato da un animale, particolarmente un cane o un gatto, aveva la possibilità di diventare un non morto. Nel folclore russo si diceva che i vampiri fossero un tempo streghe o persone che si erano ribellati contro la Chiesa quando erano ancora in vita. Alcune pratiche popolari erano utilizzate per scongiurare il ritorno nel mondo dei vivi di un caro estinto in qualità di non morto. Era assai diffuso seppellire i morti a testa in giù e collocare oggetti terreni, come falci o falcetti, vicino alla tomba per soddisfare i demoni che tentavano di possedere il morto o per mitigare quest’ultimo e prevenire la sua risurrezione dalla tomba. Erano utilizzati molti rituali per identificare un vampiro. Un metodo per trovare la tomba di un vampiro consisteva nel far cavalcare un ragazzo vergine su uno stallone nero vergine all’interno di un cimitero: il cavallo si sarebbe fermato sopra la tomba in questione. Era necessario un cavallo nero, con l’eccezione dell’Albania dove doveva essere bianco. Inoltre, l’apparizione di buchi sul terreno sopra una tomba era considerato segno di vampirismo. Come tenere a debita distanza i vampiri? Come proteggersi da loro?  L’aglio è un classico esempio: – si dice che anche la rosa selvatica, biancospino e principalmente la verbena siano dannosi nei confronti dei vampiri. – In Europa, inoltre, si credeva che spargere semi di senape sul tetto di una casa li avrebbe tenuti lontani. Altri oggetti esorcizzanti potevano essere ad esempio crocifissi, rosari o acqua santa. Si dice che i vampiri non siano in grado di camminare su un terreno consacrato, come quelli di chiese e templi o attraversare acqua corrente (come quella dei fiumi). Gli specchi venivano usati per allontanare i vampiri, ad esempio posizionandone uno sulla porta d’ingresso (secondo alcune culture, i vampiri non possono riflettersi e talvolta non proiettano la propria ombra, forse per via della mancanza dell’anima). Uno dei metodi spesso definiti efficaci per uccidere un vampiro è impalarlo, specialmente nella cultura slava. In Russia e negli stati Baltici si preferiva il legno di frassino, in Serbia quello di biancospino e quello di quercia in Slesia. Potenziali vampiri venivano spesso impalati attraverso il cuore, con l’eccezione di Russia e Germania, dove venivano impalati attraverso la bocca, e della Serbia, dove venivano impalati attraverso lo stomaco. La decapitazione era il metodo più usato in Germania e nelle aree slave dell’ovest, con la testa seppellita tra i piedi, dietro le natiche o lontano dal corpo, in modo che l’anima non si attardasse nella sua dipartita indugiando nel corpo terreno. I nomadi schiacciavano aghi di acciaio o di ferro nel cuore dei cadaveri e infilavano pezzi di ferro nella bocca, sugli occhi, nelle orecchie e tra le dita nel momento della sepoltura. Nei Balcani un vampiro poteva anche essere ucciso con un colpo di pistola o affogato, ripetendo la sua cerimonia funebre, spruzzando acqua santa sul suo corpo o con un esorcismo. In Romania poteva essere inserito dell’aglio in bocca, e fino al XIX secolo veniva presa la precauzione di sparare al corpo nella bara. In Germania, veniva messo un limone nella bocca dei sospetti vampiri.

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