La storia dei “Pietrificatori” non termina qui. Ci spostiamo a Napoli, parecchi anni dopo quanto narrato, dove troviamo Francesco Spirito (Fig.19), professore di ostetricia a Siena e presidente dell’Accademia dei Fisiocritici. Dal 1911 al 1923 fu assistente effettivo presso la Clinica Ostetrica e Ginecologia di Napoli ed è a lui che si deve oggi l’istituzione della Scuola di Specializzazione in Ostetricia e Ginecologia.
Autore di oltre 200 pubblicazioni a carattere prettamente sperimentale sulla tiroide e altri organi endocrini nella gravidanza, divenne famoso anche famoso per gli studi relativi ad un particolare processo di pietrificazione basato sull’utilizzo del silicato di potassio. Ne “La Nazione” del 14 febbraio 1951, si legge come il Direttore del Museo di Storia delle Scienze di Firenze, il medico Andrea Corsini, avesse ricevuto da lui in regalo, “un piede, una mano, un cuore, un cervello, una testa umana sezionata e quella di un idrocefalo; il tutto rigorosamente pietrificato, come se non si trattasse dell’opera di un medico ma quella di uno scultore scrupolosamente verista”. Il metodo del Prof. Spirito fu premiato con medaglia d’oro alla Mostra Internazionale del preparato biologico dove presentò numerosi pesci e rettili trattati col suo metodo. In realtà però, a differenza degli altri pietrificatori succitati, utilizzava un metodo fortemente invasivo ovvero attraverso l’utilizzo di aghi di diverso calibro e di diversa lunghezza da innestare a vite, su una siringa da 200 cc riempita di una soluzione di silicato di potassio diluito con acqua distillata. Lo scienziato riusciva così ad ottenere che i pezzi pietrificati conservassero nel tempo la loro forma e quasi inalterato il volume, di consistenza “perfettamente” lapidea. Nel Museo dei Fisiocritici sono ancora oggi conservati alcuni esemplari di parti anatomiche pietrificate realizzate dal Prof. Spirito. Poco noto alle cronache fu invece Oreste Maggio nipote del celebre imbalsamatore siciliano Alfredo Salafia che accompagnò verso l’immortalità personaggi come Francesco Crispi o Giuseppe Pitrè. Si laureò in Medicina e Chirurgia presso l’Ateneo palermitano discutendo una tesi proprio sulla “pietrificazione artificiale” da cui era fortemente affascinato. I suoi lavori furono presentati prima all’Esposizione del Lavoro e dell’Industria a Roma dove venne premiato con una medaglia d’oro per il merito scientifico e successivamente all’International Exhibition of Modern Arts and Industry a Londra sempre premiato con la medaglia d’oro per aver creato un processo di “pietrificazione” del tutto originale che utilizzava “…una nuova sostanza estratta dai prodotti dell’attività biologica di speciali microrganismi, la quale rende i muscoli capaci di essere infiltrati dai sali calcarei”. Oggi,della sua opera di “pietrificatore” rimangono solo scarse testimonianze. Maggio, fortemente cattolico, ebbe una vera e propria crisi mistica quando, si dice, lesse il celebre passo della Genesi: “Polvere sei e polvere ritornerai”. Decise ad un tratto che la pietrificazione fosse in netto contrasto con la propria fede e così distrusse la formula e i suoi “pezzi”, oggi introvabili. Decise così di dedicarsi solo ai viventi riuscendoci perfettamente visto che riuscì a debellare completamente la malaria a Ficarazzi, prima di spegnersi, nel 1937.
E’ dunque a metà del secolo XX che termina la ricerca dei “pietrificatori” italiani. Il romanticismo misterioso alla Mary Shelley aveva terminato il suo fascino, il medico esce sempre più dal suo gabinetto abbandonando il pericolo del manipolare forze più grandi dell’uomo.”Ti ho forse chiesto io, Creatore, di farmi uomo dall’argilla? Ti ho forse chiesto io di trarmi fuori dall’oscurità?”.