di Andrea Romanazzi
L’Origine della Candelora
La Candelora ben si inserisce nel quadro delle feste legate alla cacciata del Nume inverno e ai rituali per propiziare il ritorno della fertilità agro-pastorale. Il nome della festa è di origine cristiana, attribuito alla celebrazione del 2 di febbraio per ricordare la presentazione della Vergine al tempio quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, come vedremo un periodo non casuale ma che ritroveremo nella tradizione popolare. Tra il 492 e il 496 Papa Gelasio I introduce la festa in onore della Purificazione della Madonna che cadeva il due febbraio, quaranta giorni dopo il Natale Fu detta la festa ‘delle candele’, e fu chiamata Candelora, dal tardo latino ” candelorum ” , per “candelaram ” , benedizione cioè delle candele.
La festa liturgica termina con la benedizione dei ceri “cereorum luminibus coruscans” introdotta postuma dal clero francese tra il IX e il X secolo. Questi ceri benedetti che venivano successivamente conservati nelle case dei fedeli e che venivano utilizzati anche per rituali magico-popolari che in realtà ben poco hanno a che fare con le tradizioni cristiane. Venivano così utilizzati per placare o allontanare grandine e temporali, assistere un moribondo o per ingraziarsi la divinità.
Il fuoco della Candelora
Il fuoco delle fiaccole romane prima, e dei ceri cristiani poi, fa inserire la Candelora nelle già note feste del Fuoco. Le spiegazioni che può esser data a questo tipo di rituali sono essenzialmente due, da una parte si è pensato che tali riti si basassero su una magia imitativa o “simpatica” del ciclo solare, dall’altra che avessero solo una funzione purificatrice. L’idea della rappresentazione in terra del ciclo solare deriverebbe da una serie di usanze come il far ruzzolare una ruota infuocata giù per una collina o il correre per i campi con fiaccole accese modi primitivi per diffondere e riportare la luce e il calore nelle campagne. Nel momento in cui l’Inverno si fa più duro ecco che l’uomo tenta di esorcizzarlo riportando la “luce” sulla terra. Secondo l’idea primitiva di magia simpatica o imitativa, così come fuochi scaldano gli uomini, allo stesso modo il Sole deve tornare a riscaldare la terra. Del resto il freddo e l’oscurità invernale infatti intimoriscono il primitivo insieme al timore di sopravvivenza degli animali domestici come la pecora o la vacca dal cui latte e dai suoi prodotti dipenderà la vita del villaggio. Idea che poi, soprattutto nella festa del 2 Febbraio, si associa, anche a causa della sovrapposizione sincretica cristiana è quella della purificazione. Ecco così che la candela e la fiamma diventano il mezzo per propiziare il ritorno del calore, della luce e dunque della bella stagione e scacciare così l’ormai stanco Nume Inverno, che, come l’Antico nota, inizia a cedere il passo a un più lungo periodo solare.
La Festa dei Gufi
Nel folklore italiano, la Candelora è associata a numerose tradizioni e riti popolari. In alcune zone dell’Italia settentrionale, come in Lombardia, la Candelora è anche associata alla festa dei “gufi”. Secondo la tradizione, i bambini, vestiti da gufi, vanno di porta in porta per chiedere soldi o cibo in cambio di una benedizione. I gufi rappresentano la saggezza e la protezione, e la tradizione vuole che la benedizione dei gufi porti fortuna e prosperità per tutto l’anno. Il rito consiste nei bambini, vestiti da gufi, che vanno di casa in casa, in gruppi accompagnati da adulti, chiedendo un’offerta in denaro o in cibo, e in cambio recitano una poesia o una filastrocca, e benedicono la casa e la famiglia. La tradizione è ancora viva e praticata in molte zone della Lombardia, in particolare in alcuni paesi della provincia di Brescia, dove i bambini si travestono da gufi e vanno di casa in casa per chiedere soldi o cibo. Inoltre, in alcune zone dell’Italia settentrionale, la festa dei gufi viene celebrata anche durante altre festività dell’anno, come il Carnevale o la festa dei Morti. La festa dei gufi, come molte altre tradizioni popolari, ha un significato antropologico molto profondo e radicato nella cultura e nella storia delle popolazioni che la celebrano. Le sue origini possono essere rintracciate in antiche tradizioni pagane, in cui il gufo era considerato un animale sacro e simbolo di saggezza, protezione e prosperità. La tradizione vuole che i bambini, vestiti da gufi, chiedano soldi o cibo in cambio di una benedizione, simboleggiando la richiesta di protezione e prosperità per tutto l’anno.
Alcune Similitudini
La tradizione dei gufi della Candelora è maggiormente presente e diffusa nelle regioni del Nord Italia, in particolare in Lombardia. Tuttavia, esistono alcune tradizioni simili nel sud Italia, anche se non sono così diffuse e conosciute come quelle del Nord. Ad esempio, in alcune zone della Campania, durante la festa della Candelora, i bambini vanno di porta in porta chiedendo soldi o cibo, in cambio di una benedizione. Questa tradizione è conosciuta come “i bambini delle candele” o “i bambini delle candele di san Biagio”. Inoltre, in alcune zone della Calabria, durante la festa della Candelora, si svolgono riti di purificazione e benedizione, in cui i bambini vanno di casa in casa per benedire le famiglie e proteggere le case e i campi dalle intemperie e dalle malattie.