di Andrea Romanazzi
La città di Roma da sempre ha esercitato sull’Uomo un certo fascino, essa è il luogo ove arte, cultura e antiche tradizioni sono mescolate tra loro in un indivisibile connubio, ma la capitale è una città “particolare” e misteriosa sotto molteplici aspetti. Scopo di questo articolo così è disegnare un “itinerario del mistero” tra le vie della capitale, tra strane entità e fantasmi cinematografici.
Siamo al Parione, un rione romano sito nel cuore del centro storico della città e che ospita alcuni tra i luoghi più amati dai romani e dai turisti come Campo de Fiori, la bellissima piazza Navona con la fontana dei quattro fiumi del Bernini, la chiesa di sant’Agnese opera di Borromini, nonchè Pasquino, una delle sei statue “parlanti” della città. Il Rione, però, cela anche molte curiosità legate al mondo dell’aldilà che si concentrano soprattutto in quel tratto chiamato “mezzaluna” ove, in passato, sorgeva un tempio dedicato a Proserpina, interrato, che veniva riaperto ad ogni celebrazione e che ha sicuramente contribuito a far nascere quella leggenda popolare che vuole presente, in quel “gomito” del Tevere, una delle porte verso gli Inferi. Saranno suggestioni ma….è proprio in questa area che troveremo i più noti fantasmi della città.
Partiamo proprio da piazza Navona dove si narra, che nelle notti di plenilunio, apparirebbe donna Olimpia Pamphili su carrozza trainata da cavalli neri, o Costanza de Cupis, detta “Costanza bella mano”, nobildonna, ricamatrice che perse il suo per una fattura.

Passeggiando tra i viali di Tratevere, tra sant’Apollonia fino a Piazza di Spagna ecco che si può incontrare il fantasma di Serafina Feliciani, moglie di Cagliostro o ancora Beatrice Cenci, decapitata l’11 Settembre 1599 per assassinio sul ponte Sant’Angelo.
E’ a Campo de’ Fiori, invece, che si manifesta lo spirito di Giordano Bruno, filosofo, libero pensatore condannato in quanto, si legge nella sentenza “… eretico impertinente, ostinato, impenitente e perciò essere incorso in tutte le censure ecclesiastiche e pene dalli sacri canoni, leggi e costituzioni, di qui condanniamo ad essere scacciato dal nostro foro ecclesiastico e dalla nostra santa ed immacolata chiesa della cui misericordia ti sei reso indegno. Ordiniamo che tutti i libri scritti dal frate siano guasti e abbrugiati, posti all’indice”. Il 17 Febbraio 1600, legato al palo, con la lingua serrata, dopo aver rifiutato il crocefisso venne arso vivo e le sue ceneri gettate nel vicino Tevere. Si narra che ogni anno, nel giorno dell’anniversario dell’evento, appaia di notte ai viandanti.


Non solo fantasmi ma, appunto, anime inquiete. Il percorso ci porta infatti presso il Museo delle Anime del Purgatorio, nella Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, con testimonianze di apparizioni di defunti su lenzuoli, tavole, libri.

La chiesa del Sacro Cuore del Suffragio fu edificata nel 1890 su di un terreno acquistato da don Victor Jouët, missionario marsigliese fondatore dell’Associazione del Sacro Cuore di Gesù per il suffragio delle anime del Purgatorio. Pochi anni dopo la sua costruzione, però, scoppiò un incendio nell’edificio e una piccola cappella dedicata alla Vergine del Rosario fu devastata dalle fiamme. Tra le tracce lasciate dall’incendio dietro l’altare, don Victor Jouët credette di riconoscere l’immagine di un volto umano dall’espressione infelice. La manifestazione lo spinse a credere che l’anima di un defunto in pena e condannata al Purgatorio volesse mettersi in contatto con i vivi. Il parroco, riuscì così, in giro per il mondo, a reperire testimonianze che appoggiavano la sua teoria. Infatti i manufatti oggi esposti e visibili dimostrerebbero che i defunti, dovendo passare un certo periodo nel regno ultraterreno del Purgatorio allo scopo di purificarsi dai loro peccati, cercano di attirare l’attenzione dei vivi per chiedere loro preghiere e messe di suffragio, affinché sia facilitato il loro passaggio in Paradiso. Tra gli oggetti più interessanti troviamo un libro di preghiere in cui si riconoscerebbe l’impronta di una mano impressa su una pagina

impronte infuocate impresse sulla camicia di Isabella Fornari, badessa delle Clarisse di Tofi, la federa di un cuscino impressa a fuoco dall’anima di una suora morta di tisi nel 1864 e successivamente apparsa a una consorella per convincerla a pregare per la salvezza della sua anima.


Tra i documenti esposti si può osservare la fotocopia di una banconota in parte bruciata rilasciata da un parroco defunto per chiedere messe di suffragio.

Interessantissima è poi la camicia da notte appartenuta a Giuseppe Leleux di Wodecq che porta impressa l’impronta a fuoco della mano della madre defunta apparsa al figlio una notte per rimproverarlo della vita dissoluta che faceva. Colpito dalle parole della donna, l’uomo si dedicò completamente alla vita clericale morendo addirittura in “odore di santità”.

Un museo Unico in tutto il mondo, e in realtà poco conosciuto che incute realmente un reverenziale timore al pensiero di cosa può aver generato tali manifestazioni indubitabili.


Parlando ancora di fantasmi, e rimanendo nell’area, un cenno va fatto uno dei più curiosi spettri “cinematografici” romani: Lucia, del famoso film/sceneggiato IL SEGNO DEL COMANDO. Si tratta di un film di genere fantastico/giallo in cinque puntate, prodotto dalla Rai nel 1971, per la regia di Daniele D’Anza, che parla di antiche maledizioni, fatture, tristi presagi, assassini spietati, sette segrete, opere musicali scomparse e maledette e oggetti magici. Un vero Cult assolutamente da vedere e rivedere. Curioso che anche alcuni dei più importanti luoghi ove è stato girato il “segno del Comando” si trovino in questa zona.
Partiamo così dalla immaginaria via delle tre spade, la dimora dove alloggia sir Percy Delaney, ovvero ,via Vecchiarelli, in prossimità di piazza dei Coronari dove, tra l’altro, si svolte inseguimento, tra le vie, di “Lucia”.

La famosa seduta spiritica a cui partecipa Foster è invece tenuta nel convento annesso di S. Salvatore in Lauro, dove è facilmente riconoscibile la fontana che appare nello sceneggiato


Infine, anche la famosa piazza citata nel diario di Byron, centrum del romanzo, ‘piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale e fontana con delfini’, opera di Marco Tagliaferri, ed appartenente all’occultista principe Anchisi si trova in questa zona, nella già citata piazza dei coronari.

Insomma, un curioso Itinerario alternativo che merita davvero una passeggiata
SEGENDA DELLA CARTINA DELLE ENTITA’

- Piazza Navona – fantasma di Olimpia Pamphili appare nelle notti di plenilunio su carrozza trainata da cavalli neri, Fantasma di Costanza de Cupis, detta “Costanza bella mano”, nobildonna, ricamatrice che perse la mano per una fattura
- Piazza Navona/sant’Apollonia/vicoli fino a Piazza di Spagna – Fantasma di Serafina Feliciani, moglie di Cagliostro
3 – Lungomare tra Ponte Umberto I e Ponte Sisto – Anime degli annegati nel Tevere
4 – Museo delle Anime del Purgatorio, presso Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, con testimonianze di apparizioni di defunti.
5- Ponte Sant’Angelo – Fantasma di Beatrice Cenci, decapitata l’11 Settembre 1599 per assassinio sul ponte
6 – Via governo vecchio, 57, appartamento al terzo piano. La tradizione vuole sia il più infestato della Capitale
7 – Campo dei Fiori – Fantasma di Giordano Bruno
A – La zona in questione è stata scelta perché si narra che in tale curiosa “curva” teverina esistesse un antico tempio dedicato a Proserpina ingresso per l’oltretomba e il regno degli inferi.
Da qui forse anche le tradizioni e leggende legate ai fantasmi.
Numeri Romani
I luoghi “cinematografici” del famoso film/sceneggiato IL SEGNO DEL COMANDO
I – via vecchierelli – casa di sir Percy Delaney
II – piazza dei coronari – inseguimento tra le vie di “Lucia”
III – Piazza con rudere romano…
IV – Complesso monumentale di S. Salvatore in Lauro – palazzo della seduta spiritica
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