Benedicaria: Una Tradizione stregonesca siculo-americana

di Alessia Giuliana

Col nome di Benedicaria (cioè “l’Arte di benedire”) si indica una forma di esoterismo cristiano nativo della Sicilia. Con esso si pratica la magia dei santi, le guarigioni, la divinazione e simili.

A prima vista la si può definire una fonte completissima di antiche tradizioni e folkloristici rituali cristiano-contadini: ci sono jacule, riti, rimedi, incantesimi e preghiere per qualiasi situazione. Alcuni di essi sono noti in tutta Italia, non solo in Sicilia.

Si direbbe quindi che la Benedicaria altro non è che una forma regionale di Stregheria (l’unica differenza sostanziale è che la Stregheria si avvale dell’aiuto dei santi e riconosce divinità sia cristiane che pagane; la Benedicaria crede solo in Dio e al pantheon cristiano).

I Benedetti – coloro che praticano la Benedicaria – ci tengono invece a sottolineare che la loro tradizione non ha niente a che vedere con la Stregheria, ritendendo quest’ultima una pratica più moderna. In realtà sappiamo bene che non è così, ma allora come mai tanta confusione?

E’ presto detto. La peculiarità di questa Bendicaria è che in Italia non esiste. Almeno non in senso stretto. Gli unici a praticarla in verità sono gli Americani, spesso nipoti dei nipoti dei primi emigranti italiani. Facendo una breve ricerca fra i testi sulle tradizioni siciliane si evince che non c’è alcuna traccia di Benedicaria in Italia o di praticanti davvero italiani.

Cercando in internet, gira e rigira, i nomi dei benedetti sono sempre gli stessi: sono pochi ma estremamente forti delle loro convinzioni. Gli unici testi sul tema sono 4 e tutti scritti da un certo “Don” Vito Quattrocchi, americano pure lui. In alcuni passi il dotto Don Vito esordisce dicendo che “i contadini italiani capirono ben presto che il Dio dei preti era molto più potente dei loro Dei Romani, perciò si convertirono al cristianesimo”.

Suppongo che Margareth Murray, Charles Leland e molti altri si stiano rivoltando nella tomba. Storicamente è vero il contrario, visto che i preti cristianizzarono i contadini con ben altri sistemi… Possiamo quindi immaginare che Quattrocchi non verrà mai in Italia a presentare i suoi lavori.

Un’altra frase ricorrente è questa “Molti Italiani non hanno un nome per la Benedicaria; essi dicono: «è solo qualcosa che facciamo e che abbiamo sempre fatto»”. La cosa si commenta da sola: è chiaro che per noi si tratta di Stregheria ed effettivamente non avevamo un termine che la definisse tale fino a qualche decennio fa. Figuriamoci poi se parliamo di una tradizione che nemmeno sapevamo di avere…

L’affermazione che più lascia sconcertati è proprio quella che riguarda la totale estraenità dalla Stregheria; anche Raven Grimassi (davvero mal considerata dai benedetti) sembra essere della stessa idea e, pur apprezzando questa corrente siculo-americana, non la ritiene una branca della Stregheria. Guardacaso, però, le pratiche, gli ingredienti e le credenze sono identiche. Una coincidenza? Affatto.

Una spiegazione può essere questa: gli emigranti italiani che sbarcavano in America, portavano con sé un bagaglio culturale impregnato di riti e superstizioni difficilmente comprensibili agli abitanti del luogo. Perciò la domanda era: come spiegare la stregoneria indorando la pillola? S’inventarono il termine Benedicaria (da bene-dicere, cioè benedire) per dargli una parvenza di sacralità positiva. Infondo chi non vorrebbe una benedizione?

Inoltre tra gli ingredienti che i benedetti utilizzano ne compaiono alcuni a dir poco discutibili. Uno di questi è il liquore “Strega” che tradizionalmente viene prodotto a Benevento… e sembra essere usato alla stregua dell’acqua santa. Quella che un po’ ironicamente definiremmo “un’americanata”, mi ha portato invece a pensare che la Stregheria è arrivata lì con un nome diverso, cercando però di distinguersi con caratteristiche prettamente italiane.

In altre parole la Benedicaria è proprio la Stregheria che conosciamo noi. Come sappiamo ogni regione italiana ha le sue tradizioni stregonesche e, per un fatto del tutto fortuito, sono quelle siciliane ad essere approdate in America, ma questo non le rende affatto estranee alla Stregheria. Certamente nessun benedetto accetterebbe mai un’affermazione simile, e infondo anche chi all’estero pratica la “Grimassi-stregheria” non vuole accettare che la vera Stregheria è tutt’altro, nemmeno se a dirglielo sono gli italiani stessi…

Svelato l’arcano, pur se compaiono gravi errori storici, non si può certo sminuire il valore esoterico della Benedicaria. Essendosi evoluta in un contesto sociale completamente diverso da quello d’origine, è adesso figlia di mescolanze culturali molto forti e perciò fonte di nuovi spunti per la pratica magica.

Le preghiere sono quelle cristiane, mentre le corrispondenze con erbe, lunazioni, colori, ecc… sono più o meno quelle che conosciamo noi. E molti dei preparati sono simili ai nostri, perciò in questa ricerca riporterò soltanto quelle tradizioni e ricette davvero diverse dalle nostre.

Innanzi tutto la Benedicaria si definisce attraverso i tre aspetti dell’uomo:

Corpo – pratiche materiali attive

Mente – meditazioni sui misteri del Rosario

Spirito – l’abilità di muovere le mani di Dio attraverso la preghiera.

Tutte le pratiche esoteriche sono strettamente legate ai santi – esistono infatti le carte divinatorie con i santi – e al parroco (quest’ultima è una particolarità che la Stregheria non possiede).

Un esempio pratico è l’incenso per benedire la casa. Si prendono in ugual misura canfora, foglie di mirto e noce moscata. Si posizionano più incensieri in casa e ognuno deve bruciare 8 cucchiaini di miscela. Per una strega italiana questo sarebbe più che sufficiente, invece una benedetta deve far benedire l’incenso dal proprio parroco affinché adempia allo scopo. Non tutti gli incensi vanno benedetti, ma senza l’apporto spirituale del parroco questo rito per la casa non sortisce alcun effetto.

In Italia questo genere di pratiche è mal visto dalla Chiesa, ma non escludo che in alcuni paesini più legati alle tradizioni popolari, il parroco possa rivestire tale figura cooperatrice.

Alcuni riti sono invece più moderni.

Per liberarci di una persona che ci controlla, da qualcuno che ci spaventa, da una persona che ci attrae mentre siamo già impegnati, o da qualcuno di cui siamo ancora innamorati ma che non ci ama e che ci fa soffrire: si prende una cravatta e la si taglia concentrandosi sull’intento che si vuole ottenere. In realtà è un atto che serve più a curare noi che a bandire la persona in questione. Tagliando la cravatta ci si lascia alle spalle un rapporto insano, infelice o indesiderato.

Ingredienti insoliti.

Gli ingredienti e gli strumenti tipici della Benedicaria sono esattamente gli stessi della Stregheria, perciò è facile trovare sull’altare di un benedetto acqua santa, olio d’oliva, sacchetti, ruta, ecc… Però potremmo incontrare anche alcuni ingredienti che davvero mai ci saremmo sognati. Ecco i 3 più eclatanti e la loro applicazione.

Liquore Strega – celebrazione, divinazione e offerta

Centerbe – protezione, salute e spezza-incantesimi

Caffé espresso – utilizzo non chiaro, probabilmente offerta.

Anche gli strumenti possono testimoniare un qualche ecletticismo: in un incantesimo volto all’amore c’è l’uso del cartiglio tipico di Cleopatra.

Non ho trovato molto materiale su questo argomento. E’ certo però che i benedetti festeggiano le feste cristiane come il Natale (chiamato “festa dei 7 pesci”), la Pasqua e la festa dei morti che loro credono sia Halloween: non hanno ben chiara la differenza, ma sicuramente ciò è dovuto al fatto che in America certi costumi abbiano prevalso su altri (e come spesso accade anche sulla conoscenza storica).

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