Intervista ad una “Masciara” di Oggi

da un Vecchio File (Autore Ignoto)

La signora Maria ha ottant’anni, la sua mente non lavora più come una volta: confonde i vivi con i morti, il passato col presente e aspetta persone che non arrivano mai. Era un pò che mi parlavano del fatto che la signora Maria toglieva il malocchio e faceva altre cose del genere, ma data la sua situazione non avevo mai deciso di parlarle. Un pò di tempo fa l’ho fatto, e questa ‘intervista’ è il risultato della nostra chiacchierata.

Maria parla in dialetto napoletano, e non nascondo che ho dovuto sforzarmi un pò per comprendere e tradurre in maniera corretta i termini e le frasi.
Ho cercato però di essere fedele all’ ‘originale’, ecco perchè forse in alcuni casi la sintassi potrebbe non apparire correttissima.

-Maria, lei sa vedere il malocchio.
-Sapevo vedere il malocchio, e toglierlo anche. Però adesso non so farlo più perchè sono vecchia e queste cose le facevo tanto tempo fa.

-Come faceva a vedere il malocchio?
-Io lo vedevo nell’acqua tirata dal pozzo, però l’acqua doveva essere pulita, senza neanche una sporcizia, e con l’olio.

-Come faceva?
-Mettevo dell’olio nell’acqua che stava in un bicchiere o in un piatto, però l’acqua doveva essere pulita (maria ha insistito molto sul fatto che l’acqua dovesse essere pulita n.d.a.) poi ci mettevo l’olio, se l’olio non si muoveva non c’era l’occhio, se si muoveva l’occhio c’era.Però certe persone che sapevano fare un sacco di cose, tipo mia suocera, lo vedevano anche solo nell’acqua.

-Come facevano?
-Tu, di solito, quando butti l’acqua forte in un contenitore l’acqua gira,mia suocera la buttava e l’acqua rimaneva tesa. Chi lo sa come faceva!

-In cosa buttava l’acqua?
-Non lo so, in una cosa. Non ricordo.

-Un secchio?
-Eh, una specie. Ma rimaneva proprio tesa! E così c’era l’occhio. Chi lo sa come faceva!

-Che cos’è il malocchio?
-Il malocchio è una cosa brutta, tipo quando uno ti vuole male. Si vede quando uno ti butta l’occhio.

-Come si vede?
-Quando non butti l’occhio gli occhi tuoi sono uguali, quando lo butti gli occhi sono strani, diversi. Tipo se tu e un altro state facendo un discorso, e quello guarda strano, ha gli occhi diversi e ti guarda strano, ti sta mettendo l’occhio. E’ una cosa che chi è allenato vede, però chi non è allenato non nota niente.

-Che effetti ha il malocchio?
-Eh, sei strano, fa male. Ad esempio quando stai facendo un ragionamento con qualcuno in famiglia o con un amico, all’improvviso sei strano, lanci gli oggetti e ti arrabbi. Oppure ti senti male o guadagni poco se lavori. Tipo mio suocero faceva la subrette (tipo particolare di granita artigianale n.d.a.) e guadagnava sempre abbastanza soldi. Poi un certo periodo guadagnava sempre più poco, quasi niente, allora mia suocera ci disse che aveva l’occhio e glielo tolse.

-Come si toglie l’occhio?
-Eh, questo non me lo ricordo è assai tempo che non lo faccio, però si dicevano certe cose di chiesa e certe preghiere ai santi.

-Che santi pregava?
– S.Agostino, e poi lo Spirito Santo e dicevo le cose di Chiesa, le parole però non me le ricordo più perchè sono vecchia.

-Chi le ha insegnato queste cose?
-Mia suocera, e poi c’erano le mie zie che pure sapevano fare cento cose, ma adesso nessuno le sa più fare queste cose.

-Lei ha otto figli, non ha insegnato a nessuno?
-No, quelli studiavano, e poi nessuno ha voluto imparare, e io queste cose le facevo a tempo perso, mica ero brava come quelle! (la suocere e le zie n.d.a.).

-Che altro sapevano fare sua suocera e le sue zie?
-Eh, un sacco di cose! La stoppata (pratica contadina diffusa nota in Campania come ‘a stuppat’, serviva a guarire le storte), che la facevano con la chiara d’uovo, poi toglievano l’occhio, le fatture e altre cose che non ricordo.Le mie zie mettevano certe ‘cosuccie’ sul tavolo quando facevano queste cose, io l’ho visto un sacco di volte!

-Che cosuccie?
-Eh, certe cose, non ricordo cosa ero piccola!Quando mettevano queste cosucce sul tavolo potevano stare anche altre persone,però non ci dovevano stare persone cattive, o persone che non ci credevano perchè quelle sfottevano, e questo non andava bene.Però una di queste zie era brava, sapeva fare un sacco di cose! Ci andava tanta gente.Poi però ha smesso, perchè stava male.

-Lei ha detto fatture, cosa sono?
-Le fatture non sono come il malocchio, sono cose grandi! Quelle fanno stare male i cristiani (cristiani in dialetto napoletano si riferisce a tutte le persone n.d.a.), però io non le ho mai viste fare.

-A cosa servono le fatture?
-Eh, a fare male alla gente. Le persone si sentono stanche e hanno dolori alle ossa, o alla testa. Oppure certe persone facevano alcune fatture per rubare i soldi: ti buttavano la fattura, venivano a casa tua e si prendevano i soldi senza che te ne accorgevi.

-Come si tolgono le fatture?
-Non ricordo, poi pochi lo facevano non tutti quanti.

-Sua zia le sapeva togliere?
-Si, anche mia zia, quella per questo si sentiva male.
Prima ne toglieva assai, poi però si è sentita male perchè si caricava troppe cose sulle spalle, e quindi ha smesso, però quell’altra era più brava.

-Prima molta gente sapeva fare queste cose?
-Si, parecchi. Però adesso nessuno lo sa fare più, perchè adesso ci sta la televisione e i giovani non imparano più.

La chiacchierata con Maria spiega per grandi linee la concezione del malocchio in Campania, e oserei dire la concezione del malocchio che avevano molte contadine italiane.
Queste persone (alla faccia di eminenti studiosi che hanno elaborato teorie complicatissime sulle dinamiche energetiche e sulle auree) spiegavano il malocchio con una semplicità diretta e convincente: qualcosa di spontaneo, che spesso si fa senza volerlo, che secondo la tradizione viene emanato dagli occhi.
Gli occhi sono sicuramente la parte più espressiva del nostro corpo, quella che ‘comunica’ di più; sembra ragionevole quindi che queste persone vedessero negli occhi il veicolo attraverso il quale le ‘energie negative’, come le chiameremmo oggi, si trasmettono da una persona all’altra.

Il rituale dell’acqua e dell’olio si ritrova in diverse regioni italiane, dalla Calabria alla Sardegna, cambiando di poco.Qui si parla di ‘occhio’ rilevato dagli spostamenti dell’olio, altri parlano della divisione delle chiazze d’olio sulla superfice dell’acqua.
Il metodo della sola acqua, invece, non l’avevo mai riscontrato prima e mi ha lasciato sorpreso ed incredulo, col dubbio che chi lo praticava forse non leggesse proprio in quel modo l’acqua nel secchio e non volesse rivelare di più sulla sua pratica.
Le preghiere ai santi sono spesso una costante per l’allontanare il malocchio e sono una prova del sovrapponimento del cristianesimo sulle antiche pratiche pagane.
Non sono riuscito a capire perchè proprio S.Agostino, protettore dei teologi, teofili e invocato di solito contro la pigrizia, fosse coinvolto in tale rituale.
Ho chiesto diverse volte a Maria le parole del rituale del malocchio, ma ha sempre detto di non ricordarle.
Mi ha molto affascinato il racconto delle ‘cosucce’ delle zie.
Ho chiesto diverse volte a Maria cosa fossero queste cosucce, ma sembra che non lo ricordi o che non voglia parlarne.
Erano, da quanto ho capito, dei veri e propri strumenti del mestiere che queste zie tiravano fuori e usavano quando veniva della gente.
Mi vengono da immaginare piattini e immaginette di santi, ma non posso accampare ipotesi.
Maria, inoltre, afferma che una di queste zie si sentisse male nel togliere le fatture.
Lessi tempo fa di una contadina emiliana che usava come rimedio per le fatture continue preghiere e digiuni, e che per questo spesso si sentiva male.
La zia di Maria potrebbe aver usato un metodo simile per togliere le fatture, si spiegherebbero così i suoi malori.
Spesso si pensa alle donne che sapevano fare ‘certe cose’ con sentimenti di nostalgia per tempi lontanissimi.
Non è così.
Maria stessa è una testimonianza vivente di quanto fossero diffuse certe pratiche per le Campagne italiane, e la ricerca non è impossibile: basta solo una bella dose di faccia tosta e un minimo di iniziativa.
La tradizione Italiana è ancora calda sotto le ceneri, e queste ceneri non sono poi uno strato tanto impenetrabile.

La signora con cui ho avuto a che fare io usava un piatto di ceramica bianca, normalissimo, che però teneva chiuso in un armadio, dove c’erano anche una bottiglietta d’olio e candele, e una “spagnoletta” di filo nero (c’erano anche altre cose, che però non sono rimaste nella mia memoria).
Quando faceva il lavoro, la stanza era al buio, ma non ricordo se fosse perchè era notte oppure se le finestre venissero oscurate. Avevo sei anni all’epoca.
Siccome ero una bambina “di città” non capivo una parola di dialetto. Così non ho mai imparato le “parole”; ricordo soltanto che cominciavano con
“occhiu, malocchiu, petrusinu e finocchiu” e che era proprio come una filastrocca.
Lei si faceva aiutare da un’altra donna, sua parente, che teneva il piatto sopra la testa del “paziente” , seduto su una sedia, mentre lei versava l’olio e diceva la filastrocca. La signora stava alle spalle della persona, che guardava verso il tavolo dove c’era una candela accesa.
Se si riscontrava il malocchio la signora agiva subito, sul momento, cominciando a girare intorno al paziente, facendo segni con le dita e spruzzandogli addosso, forse, la stessa acqua del piattino, ma non ne sono certa. Se invece si trattava di fattura, la persona ritornava in un altro giorno. Solo una volta riuscii a intravvedere dalla fessura della porta cosa succedesse in queste occasioni. Vidi che la paziente stava nuda, in piedi, in un catino, mentre la mavara le girava intorno, buttandole addosso acqua con un mazzo di erbe, e parlando incessantemente, con toni che salivano di volume.
L’acqua del catino veniva poi buttata via, in un posto dove non sarebbe passato nessuno, oppure, se era poca, veniva gettata nel focolare.
Anche se facevo di tutto per riuscire a spiare questi avvenimenti, mentre per la verifica del malocchio noi bambine potevamo entrare nella stanza, per le altre cose stavano ben attenti a tenerci fuori…così purtroppo non so altro.
Però ricordo che, dopo questi riti, la mavara si metteva a letto e le altre donne le si affaccendavano intorno, portandole da mangiare, etcetera.
Visto che la parente della mavara è ancora viva, stavo proprio pensando di andarla a trovarla.

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