di Andrea Romanazzi
Quella di prevedere il tempo una volta era una necessità: l’economia si basava quasi esclusivamente sull’agricoltura e questa, per forza di cose, era soggetta ai capricci meteorologici. Il mese di Gennaio, come primo mese dell’Anno era caratterizzato da una caratteristica meteo-oracolare. La tradizione vuole che i giorni 29-30-31 vengano ricordati come i “giorni o dì della Merla“, ad indicare uno tra i periodi più freddi dell’inverno. Essi formano una sorta di unione tra la ritualistica tra le feste del fuoco e degli animali legate a sant’Antonio e la Candelora. Ma da dove trae origine questa credenza?
Secondo la leggenda, una volta i merli erano bianchi. Un giorno però, per il troppo freddo, una merla e i suoi pulcini, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti grigi a causa della fuliggine. Solo il becco era rimasto arancione. Fuori trovò uno scenario devastante: tutti gli altri uccelli erano morti per il freddo. Da quel momento, infatti, diede vita a una stirpe di merli neri, che infatti sono i più diffusi.
Questa la leggenda più nota, anche se altre sono diffuse sul web. Una seconda leggenda mette in scena il mese di gennaio, che all’epoca durava solo 28 giorni e che decise di perseguitare con vento e neve una merla in cerca di cibo. L’animale, infreddolito, cercò di mettere da parte provviste sufficienti a non lasciare il nido sino alla fine del mese, restando così al calduccio. Indispettito da quello che ritenne un affronto, gennaio chiese tre giorni in prestito a febbraio, così da durare di più e vendicarsi della povera bestiola scatenandole addosso bufere che non aveva previsto. Questa leggenda si rifarebbe al vecchio calendario romano dove il mese di Gennaio aveva solo ventinove giorni, che probabilmente, con il passare degli anni e della trasmissione orale, si tramutarono in trentuno.
In realtà il nome “della merla” avrebbe un’altra origine. Sebastiano Pauli nel suo Modi di dire toscani ricercati nella loro origine scrive “…I giorni della Merla” in significazione di giorni freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò l’occasione di questi giorni: ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giugnere all’altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sopra il fiume gelato…”.
Sia come sia, le tre giornate permettevano ai contadini di avere responsi climatici. Se i tre giorni erano davvero freddi, la Primavera sarebbe stata bella, se caldi labella stagione avrebbe ritardato. I Giorni della “Merla” sarebbero così un anello di collegamento con il rituale dell’Orsa della Candelora, cambierebbe solamente l’animale. La leggenda dei giorni della merla, dunque, non sarebbe altro che la riproposizione, in tali giorni, dei Lupercali, ovvero dei rituali oracolari della Candelora. Dunque tutto torna, la merla è la trasposizione del ricordo ritual-predittivo della candelora è dunque, a tutti gli effetti, l’inizio delle feste del fuoco di Febbraio come testimoniano i rituali Piemontesi e Lombardi. Qui i giorni della Merla sono legati al rogo della Giubiana, un fantoccio di una vecchia bruciato in piazza, in genere l’ultimo giovedì di gennaio, a simboleggiare la progressiva fine dei rigori dell’inverno.
Vi lascio con una ricetta “ristoratrice”, la zuppa di Ceci Neri. Tenere a bagno i ceci con un pizzico di bicarbonato per circa 24-30 ore. Rempire una pentola con acqua fredda, versare i ceci e cuocere a fuoco lento per circa 1 ora e 30 minuti. Successivamente aggiungere sale alloro ed olio d’oliva e lasciare andare a fuoco lento per altri 30 minuti. Se si vuole soffriggere pancetta tagliata a fette sottili (o il lardo di maiale) e peperoncino tritato.